Ecoansia[1] (dall'inglese ecoanxiety), o chiamata anche eco-ansia[2][3][4][5], eco ansia, ansia climatica[6][7] o ansia ecologica, è un termine che descrive la sensazione e lo stato emotivo di disagio e di paura all'idea ricorrente di possibili disastri ambientali correlati al cambiamento climatico.[8] In ambito psicologico, il lemma viene utilizzato per riferirsi a tipologie sub-cliniche di uno stato d'inquietudine, senso di colpa e depressione provocati e innescati dal pensiero relativo ai cambiamenti ambientali.
Già dal 2007 sono stati attestati e condotti alcuni studi approfonditi su tale tematica.[9] La condizione d'ansia non costituisce ne viene classificata come una vera e propria patologia medica, bensì è considerata come una risposta al cambiamento climatico; tuttavia, i casi più gravi possono avere un impatto negativo sulla salute mentale.[10]
Alcune persone hanno riferito di aver provato così tanta ansia e paura per il futuro a causa del cambiamento climatico, che hanno scelto di non avere figli.[11] L'ecoansia ha ricevuto una notevole attenzione mediatica dal 2017, e soprattutto dalla fine del 2018, con l'attivista Greta Thunberg che parlava pubblicamente della propria ecoansia.[12][13][14]
Nel 2018 l'American Psychological Association (APA) ha pubblicato un rapporto sull'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute mentale, dichiarando che "i cambiamenti climatici graduali e a lungo termine possono anche far emergere una serie di emozioni diverse, tra cui paura, rabbia, sentimenti di impotenza o esaurimento". In linea generale, è più probabile che questa ansia abbia un impatto maggiore sui giovani. L'ecoansia che colpisce prevalentemente i giovani adulti del XXI secolo, è stata paragonata alle paure che avevo i baby boomer durante la guerra fredda circa l'eventuale scoppio di un conflitto nucleare.[15]
L'APA descrive l'ecoansia come "la paura cronica del cataclisma ambientale che deriva dall'osservare l'impatto apparentemente irrevocabile del cambiamento climatico e la preoccupazione associata per il proprio futuro e quello delle prossime generazioni". L'APA, pertanto, ritiene che l'interiorizzazione dei grandi problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta possa avere conseguenze psicologiche di varia gravità in alcune persone.[16]