Neoconfederati

Membri dei Sons of Confederate Veterans all'Arlington National Cemetery nel 2014

I neoconfederati (in lingua inglese Neo-Confederates) sono un insieme di gruppi e singoli individui negli Stati Uniti d'America che ritraggono gli Stati Confederati d'America e le sue azioni durante la guerra di secessione americana sotto una luce positiva. La posizione politica di queste idee è generalmente considerata di estrema destra, come sottoinsieme specifico del nazionalismo bianco americano, predominante negli Stati Uniti meridionali.[1]

La narrazione pseudostorica promossa dai neoconfederati è conosciuta come Lost Cause, che sostiene che la causa degli Stati Confederati durante la guerra civile americana era giusta, eroica e non incentrata sulla schiavitù. Con queste premesse storiche errate, le organizzazioni neoconfederate continuano a difendere la secessione degli ex Stati Confederati.[1]

Lo spettro neoconfederato è diviso in due macroclassi principali:

  • I neoconfederati che presentano idee esplicitamente razziste in opposizione all'integrazione razziale[1][2];
  • I neoconfederati che presentano idee negazioniste, in particolare sul tema della schiavitù e sulle condizioni degli afroamericani, soprannominati, solitamente in senso spregiativo, rainbow confederates ("confederati arcobaleno")[3].

Dal 1994 la più grande organizzazione neoconfederata è League of the South (LoS), la quale, insieme ad altre organizzazioni, continua a rivendicare la secessione degli Stati Uniti meridionali.[1] Nel 2020, stando al Southern Poverty Law Center (SPLC), esistevano circa 31 gruppi neoconfederati[1] e nel 2014 la LoS ha costituito la sua unità paramilitare, chiamata "Indomitables"[4], incaricata di promuovere una seconda guerra di secessione del Sud[5][6]. La singola unità fondata nel 2014 si è evoluta nella Southern Defense Force (SDF) che è attiva dal 2017[7].

A seguito delle proteste del 2021 per la rimozione dei monumenti confederati, i gruppi neoconfederati hanno iniziato a coalizzarsi fra di loro, tuttavia i loro sforzi per preservare i monumenti si sono rivelati vani.[8] Ci sono state segnalazioni di partecipanti neoconfederati durante le proteste che contestavano i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 a favore di Donald Trump.[9] È stato accertato che Matthew Heimbach, un esponente neoconfederato della LoS, si è reso protagonista dell'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.[10]

  1. ^ a b c d e NEO-CONFEDERATE, su splcenter.org. URL consultato il 28 luglio 2021.
  2. ^ La minaccia dei razzisti aleggia sul voto USA, su cdt.ch. URL consultato il 10 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2021).
  3. ^ (EN) Racial Division Along the Neo-Confederate Spectrum, su Southern Poverty Law Center. URL consultato il 5 giugno 2023.
  4. ^ (EN) Ryan Lenz, Southern secessionist group forming paramilitary unit called the "Indomitables", su Salon, 9 settembre 2014. URL consultato il 3 marzo 2023.
  5. ^ (EN) EXCLUSIVE: League of the South Forming Paramilitary Unit Called the 'Indomitables', su Southern Poverty Law Center. URL consultato il 3 marzo 2023.
  6. ^ Mappe: l’America ha un problema con il razzismo, 9 mappe che lo mostrano, su termometropolitico.it. URL consultato il 28 luglio 2021.
  7. ^ (EN) League of the South Announces Formation of ‘Southern Defense Force’, su Southern Poverty Law Center. URL consultato il 3 marzo 2023.
  8. ^ (EN) Jason Wilson, Neo-Confederates worked with other far-right groups in failed efforts to preserve monuments, in The Guardian, 9 luglio 2021. URL consultato il 5 giugno 2023.
  9. ^ USA. GRUPPI ARMATI PRO TRUMP SI STANNO COALIZZANDO, su notiziegeopolitiche.net. URL consultato il 28 luglio 2021.
  10. ^ (EN) A guide to the extremists and hate groups that invaded the Capitol, su The Forward, 7 gennaio 2021. URL consultato il 5 giugno 2023.

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