Abuso minorile

L'abuso minorile, o abuso sui minori, è un comportamento nei confronti di minorenni, che consiste nel cagionare un danno psicologico, morale o giuridico.[1] Le forme più frequenti di abuso sui minori sono: somatico (o fisico), psicologico (o emozionale), sessuale, violenza assistita e incuria.

Non sempre le distinzioni categoriali tra casi di abuso fisico, sessuale, psicologico e trascuratezza rispecchiano una realtà che spesso si presenta come molto complessa: è così possibile parlare di “forme miste” di abuso. Tali abusi fanno parte comunque della super-categoria delle "Esperienze Sfavorevoli Infantili". Provocano nel tempo disturbi da stress post traumatico.[2]

L'abuso all'infanzia può essere definito come:

«qualsiasi comportamento, volontario o involontario, da parte di adulti (parenti, tutori, conoscenti o estranei) che danneggi in modo grave lo sviluppo psicofisico e/o psicosessuale del bambino. Abuso è tutto ciò che impedisce la crescita armonica del minore, non rispettando i suoi bisogni e non proteggendolo sul piano fisico e psichico. Vi rientrano, dunque, non soltanto comportamenti di tipo commissivo, entro i quali vanno annoverati maltrattamenti di ordine fisico, sessuale o psicologico, ma anche di tipo omissivo, legati cioè all'incapacità più o meno accentuata, da parte dei genitori, di fornire cure adeguate a livello materiale ed emotivo al proprio figlio»

  1. ^ Secondo Alfredo Carlo Moro è un errore pensare il bambino in termini di risorsa perché potrebbe far dimenticare che in principio era soggetto di diritto, v. Moro A.C., (2006), Una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, Milano, Angeli, p. 102
  2. ^ La prima a proporre nel 1992 questa definizione fu Judith Lewis Herman,Guarire dal trauma: affrontare le conseguenze della violenza, dall'abuso domestico al terrorimo, Magi, 2005

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