Amadeo Bordiga | |
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Amadeo Bordiga negli anni 20 del '900 | |
Leader del Partito Comunista d'Italia | |
Durata mandato | 1921 – 1923 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Antonio Gramsci |
Redattore capo o Segretario del Partito Comunista d'Italia | |
Durata mandato | 1921 – 1923 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Comitato esecutivo collegiale con Angelo Tasca, Palmiro Togliatti, Mauro Scoccimarro, Bruno Fortichiari e Giuseppe Vota |
Membro del comitato centrale del PCInt | |
Durata mandato | 25 luglio 1943 – 25 luglio 1970 |
Dati generali | |
Partito politico | PSI (1910-1921) PCd'I (1921-1930) PCInt (1943-1970) |
Titolo di studio | Laurea in Ingegneria |
Università | Università degli Studi di Napoli "Federico II" |
Professione | Politico, giornalista |
Amadeo Bordiga (pronuncia /borˈdiɡa/[1]) (Ercolano, 13 giugno 1889 – Formia, 25 luglio 1970) è stato un politico, giornalista e rivoluzionario italiano, fondatore e primo segretario del Partito Comunista Italiano, fu famoso soprattutto per i suoi contributi alle posizioni ideologiche della sinistra comunista, che lo resero uno dei capi storici della Sinistra Comunista Italiana, corrente anche detta bordighismo.
Portatore di una visione del comunismo di impostazione marxista ma svincolata da contaminazioni totalitarie di stampo stalinista, fu critico verso molte posizioni bolsceviche oltreché sulla filosofia del materialismo dialettico (presupposto inevitabile dell'ateismo filosofico in ambito comunista). Bordiga fu a capo della principale corrente (quella degli astensionisti del PSI) che portò alla fondazione del Partito Comunista d'Italia dopo la scissione avvenuta al Congresso di Livorno del PSI nel 1921. Da militante rivoluzionario, lottò apertamente contro l'egemonia stalinista nella Terza Internazionale e "contro le degenerazioni del movimento rivoluzionario mondiale".[2]