Ambra Gutierrez

Ambra Gutierrez
Altezza178 cm
Misure86-60-89[1]
Scarpe40[1] (UE)
Occhimarroni
Capellineri

Ambra Battilana Gutierrez (Torino, 15 maggio 1992) è una modella italiana di origini filippine.

È nata da Corazon Gutierrez detta Cora, filippina ex ballerina classica, e da padre lucano trapiantato a Torino; ha un fratello minore. Il padre, dopo aver avuto problemi con la giustizia per traffico di droga, nel 2006 ha abbandonato la famiglia[2][3].

Mentre studiava da geometra all'Istituto di Istruzione Superiore Russell Moro Guarini, rappresentata dall'agente e amico Daniele Salemi, vicino a Lele Mora, e legatasi all'imprenditore di Cuneo Ilario Gino (presentatole da Salemi), finanziata dallo stesso Gino è andata a vivere da sola in una zona torinese più vicina al centro (via Luigi Leonardo Colli), cercando di intraprendere una carriera in televisione e nella moda[4][5][6].

Conclusa la relazione con Gino, domenica 22 agosto 2010 è stata eletta Miss Piemonte, e quindi finalista nella selezione per Miss Italia 2010. Come testimonierà nel "processo Ruby", la sera stessa assieme a un'altra partecipante al concorso, Chiara Danese di Gravellona Toce, è stata portata dal Salemi, senza preavviso, a uno dei festini erotici dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella villa di Arcore; sentendosi a disagio e rifiutando balletti e travestimenti che le venivano proposti, vi è rimasta sperando, data la presenza di Emilio Fede, di ottenere un posto da meteorina. A settembre ha partecipato a Miss Italia, a Salsomaggiore Terme, e nel 2011 ha ottenuto, a gennaio, il suo primo contratto con un'agenzia di moda, la Brave Model Management di Milano. Non tralasciando la scuola, lo stesso anno si è diplomata geometra. A dicembre è passata alla Next Model Management[7][8][9][10].

A lunedì 25 giugno 2012 risale la sua deposizione al “processo Ruby”[6].

Non sopportando l'uso continuo del suo nome nei mass media associato a tali eventi, ha poi preferito trasferirsi a New York, negli Stati Uniti, rappresentata dall'agenzia One Management da giugno 2014[11].

È stata una delle prime donne ad aver denunciato pubblicamente il produttore Harvey Weinstein per i suoi comportamenti molesti nel 2015, contribuendo a sollevare lo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da Weinstein.

Continuando la sua carriera nella moda, nel giugno 2018 è stata ingaggiata dalla Heffner Management. Lunedì 16 dicembre 2019 ha deposto a Milano al “processo Ruby ter”, ripercorrendo nuovamente gli eventi di quella serata d'agosto del 2010. Da gennaio 2022 viene rappresentata anche dalla Women Management[10].

  1. ^ a b (ITEN) Ambra B Gutierrez - International model (PDF), su ambragutierrez.com. URL consultato il 31 dicembre 2019.
  2. ^ Processo Ruby bis - La madre di Ambra Battilana: Ambra piangeva, stava male. URL consultato il 15 marzo 2024.
  3. ^ Ecco Ambra, la Miss Piemonte che rappresenta la nuova Italia, su la Repubblica, 24 agosto 2010. URL consultato il 15 marzo 2024.
  4. ^ Radio Radicale, Processo a Silvio Berlusconi (caso Ruby), su Radio Radicale, 25 giugno 2012. URL consultato il 15 marzo 2024.
  5. ^ Un ex amico: «Ambra Battilana? Le regalai auto, soldi e una casa», su ilGiornale.it, 12 luglio 2011. URL consultato il 15 marzo 2024.
  6. ^ a b Processo Ruby - Ambra Battilana: "Le ragazze toccavano il Presidente nelle parti intime". URL consultato il 15 marzo 2024.
  7. ^ Ruby ter, Ambra Battilana e le notti di Arcore: «Minetti ballava nuda. Fede ci disse: "Se ve ne andate..."», su ilmessaggero.it. URL consultato il 27 febbraio 2020.
  8. ^ Ruby ter, Ambra Battilana: "Berlusconi mi palpò, tutte baciavano il Papi", su Affaritaliani.it. URL consultato il 27 febbraio 2020.
  9. ^ Ruby ter, Battilana e le serate di Arcore: "Berlusconi? Si faceva mettere il sedere in faccia dalle ragazze. Pensavo fosse un sosia", su Il Fatto Quotidiano, 16 dicembre 2019. URL consultato il 27 febbraio 2020.
  10. ^ a b Ambra Battilana Gutierrez, su linkedin.com.
  11. ^ Il racconto di Ambra Battilana al Ruby Ter: «Berlusconi baciava le ragazze sulla bocca», su Giornalettismo, 16 dicembre 2019. URL consultato il 27 febbraio 2020.

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