Ammasso globulare

L'ammasso globulare M80; la sua distanza è stimata in circa 28.000 anni luce dal Sole e contiene centinaia di migliaia di stelle[1]

Un ammasso globulare (detto anche ammasso chiuso o ammasso di alone) è un insieme sferoidale di stelle che orbita come un satellite intorno al centro di una galassia. Gli ammassi globulari sono sorretti al loro interno da una forte gravità, che dà loro il tipico aspetto sferico e mantiene al loro centro una densità di stelle relativamente molto elevata.

Gli ammassi globulari sono in genere composti da centinaia di migliaia di stelle vecchie, le stesse che compongono il nucleo, noto come bulge, di una galassia spirale, ma confinate in pochi parsec cubici. Gli ammassi globulari sono piuttosto numerosi: se ne conoscono 158[2] attorno alla Via Lattea, con forse altri 10-20 da scoprire, essendo nascosti all'osservazione dalla Terra dalle polveri interstellari che oscurano la vista in direzione del centro galattico;[3] pare che le galassie più grandi possano averne un numero nettamente superiore (la Galassia di Andromeda potrebbe averne fino a 500).[4] Alcune galassie ellittiche giganti (come M87)[5] ne contano fino a 10.000. Questi oggetti sono considerati parte dell'alone delle galassie, orbitando attorno ai centri di queste a distanze fino a 40 Kiloparsec (circa 130.000 anni luce) o più.[6]

Ogni galassia del Gruppo Locale con massa sufficientemente grande ha associato un suo gruppo di ammassi globulari, mentre ogni grande galassia possiede un sistema esteso di questi oggetti.[7] La Galassia Nana Ellittica del Sagittario e quella del Cane Maggiore sono in via di collisione ed assorbimento con la Via Lattea, donando così alla nostra Galassia i loro ammassi globulari associati (come Palomar 12).[8] Ciò dimostra come molti degli ammassi globulari osservati nella nostra e in altre galassie possano essere appartenuti ad altre galassie "cannibalizzate".

L'alta densità stellare degli ammassi globulari fa sì che le interazioni tra stelle e le collisioni mancate siano relativamente frequenti. Il loro centro presenta caratteristiche ideali per la formazione di oggetti peculiari, come le stelle vagabonde blu (ritenute il risultato della fusione di due stelle) o pulsar veloci con periodi di millisecondi, tutti fenomeni presumibilmente risultanti dall'interazione tra più stelle.[9]

  1. ^ The Hubble Heritage team, Hubble Images a Swarm of Ancient Stars, in HubbleSite News Desk, Space Telescope Science Institute, 1º luglio 1999. URL consultato il 26 giugno 2006.
  2. ^ Hartmut Frommert, Milky Way Globular Clusters, su spider.seds.org, SEDS, agosto 2007. URL consultato il 26 febbraio 2008.
  3. ^ Ashman, Keith M.; Zepf, Stephen E., The formation of globular clusters in merging and interacting galaxies, in Astrophysical Journal, Part 1, vol. 384, 1992, pp. 50–61. URL consultato il 27 maggio 2006.
  4. ^ P. Barmby & J.P. Huchra, M31 Globular Clusters in the Hubble Space Telescope Archive. I. Cluster Detection and Completeleness [collegamento interrotto], in Astronomical Journal, vol. 122, n. 5, 2001, pp. 2458–2468, DOI:10.1086/323457.
  5. ^ S. E. Strom Schweizer, K. M. Strom, D. C. Wells, J. C. Forte, M. G. Smith e W. E. Harris, The halo globular clusters of the giant elliptical galaxy Messier 87, in Astrophysical Journal,, vol. 245, n. 5457, 1981, pp. 416–453.
  6. ^ B. Dauphole, M. Geffert, J. Colin, C. Ducourant, M. Odenkirchen e , H.-J. Tucholke, The kinematics of globular clusters, apocentric distances and a halo metallicity gradient., in Astronomy and Astrophysics, vol. 313, 1996, pp. 119–128.
  7. ^ William E. Harris, Globular cluster systems in galaxies beyond the Local Group, in Annual Review of Astronomy and Astrophysics, vol. 29, 1991, pp. 543–579. URL consultato il 2 febbraio 2006.
  8. ^ D. I. Dinescu, S. R. Majewski, T. M. Girard, K. M. Cudworth, The Absolute Proper Motion of Palomar 12: A Case for Tidal Capture from the Sagittarius Dwarf Spheroidal Galaxy, in The Astronomical Journal, vol. 120, n. 4, 2000, pp. 1892–1905.
  9. ^ Origin of Strange 'Blue Straggler' Stars Pinned Down. URL consultato il 2 maggio 2008.

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