Angelo Pinetti (Martinengo, 1º aprile 1872 – Bergamo, 10 settembre 1930) è stato uno storico italiano.
Nato a Martinengo in provincia di Bergamo, si laureò in lettere presso l’Università di Pavia nel 1894 ottenendo poi il diploma di magistero per l’insegnamento delle lingue classiche. Insegnò italiano presso le scuole superiori di varie città fino ad approdare alla Scuola di pittura dell’Accademia Carrara di Bergamo. Archivista e ricercatore di storia locale, pubblicò numerosi saggi sull’arte, la storia e la cultura bergamasca sulle riviste L’arte cristiana, Pro Famiglia, Emporium, Bergomum, La Rivista di Bergamo nonché volumi monografici. Collaborò con Mauro Pelliccioli al recupero e alla riconsegna ai proprietari (1918-1920) delle suppellettili dei paesi della sua provincia che erano state poste in custodia nei sotterranei di Palazzo Venezia a Roma durante la prima guerra mondiale.[1] Fu presidente dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo Fu nominato Ispettore Onorario per la Soprintendenza della Lombardia col compito di compilare l’Inventario degli oggetti d’arte della provincia di Bergamo (3,500 schede di quadri, oggetti di oreficeria, arredi e paramenti sacri ordinate per comune) che fu pubblicato a cura del Ministero dell'educazione nazionale dalla Libreria dello Stato nel 1931[2], l’anno successivo al suo decesso. La documentaria che aveva raccolto sui beni artistici della provincia di Bergamo, donata dalla vedova, alla Biblioteca Angelo Mai comprende numerose schede che non sono state pubblicate nell’Inventario.