Gli anticorpi umanizzati sono anticorpi, derivanti da specie animali diverse da quella umana, che sono stati modificati in modo da somigliare il più possibile ad alcuni anticorpi prodotti autonomamente dagli esseri umani.[1][2] I processi di "umanizzazione" sono effettuati grazie ad anticorpi monoclonali modificati per renderli immunologicamente funzionali nell'organismo umano (con funzione, ad esempio, antitumorale). L'umanizzazione di un anticorpo si rende necessaria quando la forma anticorpale originale di un animale, ad esempio il ratto, contiene sequenze antigeniche riconoscibili e, dunque, attaccabili in modo indesiderato dal sistema immunitario umano. Le sequenze proteiche prodotte con l'umanizzazione degli anticorpi differiscono in parte dalle sequenze degli anticorpi omologhi già presenti nell'organismo umano, il che può causare reazioni avverse. La Denominazione comune internazionale prevede il suffisso -zumab per la nomenclatura degli anticorpi umanizzati (ad esempio: toralizumab). Gli anticorpi umanizzati differiscono dagli anticorpi chimerici per il fatto che questi ultimi, sebbene siano stati anch'essi modificati in modo da somigliare biochimicamente agli anticorpi naturali umani, contengono una sequenza amminoacidica non umana più lunga.