Architettura longobarda

Chiesa di Santa Sofia (Benevento), interno

L'architettura longobarda è costituita dall'insieme delle opere architettoniche realizzate in Italia durante il regno dei Longobardi (568-774), con residuale permanenza nell'Italia meridionale fino al X-XI secolo (Langobardia Minor), e commissionate dai re e dai duchi longobardi.

L'attività architettonica sviluppata in Langobardia Maior è andata in gran parte perduta, per lo più a causa di successive ricostruzioni degli edifici sacri e profani eretti tra VII e VIII secolo. A parte il Tempietto longobardo di Cividale del Friuli, rimasto in gran parte intatto, gli edifici civili e religiosi di Pavia, Monza o altre località sono stati ampiamente rimaneggiati nei secoli seguenti. Ancora integre rimangono così soltanto poche architetture, o perché inglobate negli ampliamenti successivi - come la chiesa di San Salvatore a Brescia -, o perché periferiche e di modeste dimensioni - come la chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio.

Testimonianze maggiormente fedeli alla forma originale si ritrovano, invece, nella Langobardia Minor. A Salerno la cappella palatina, oggi parte del complesso archeologico di San Pietro a Corte, era la sala del trono di Arechi II all'interno del palazzo da lui fatto costruire nell'VIII secolo sui resti di un impianto termale romano. A Benevento si conservano la chiesa di Santa Sofia, un ampio tratto delle Mura e la Rocca dei Rettori, unici esempi superstiti di architettura militare longobarda, mentre altre testimonianze si sono conservate in centri minori del ducato beneventano e a Spoleto.

Un insieme di sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell'arte longobarda, compreso nel sito seriale "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)", è stato iscritto alla Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel giugno 2011.


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