L'architettura nazista è l'architettura espressiva della Germania nazista di Adolf Hitler. Non si trattò di uno stile architettonico ben definito (seppur taluni caratteri comuni siano identificabili in alcuni edifici realizzati nel periodo e in altri rimasti solo allo stato di progetto) quanto piuttosto del modo in cui gli architetti (fond.[cioè?] Albert Speer) e gli scenografi del III Reich seppero modulare lo "spazio" della Germania secondo la visione culturale e spirituale del Partito nazista negli anni 1933-1945.
L'architettura fornì anche al III Reich una valvola di sfogo per la necessità di asservimento/eliminazione delle c.d. "razze inferiori". Nel campo di concentramento di Flossenbürg come altrove, le SS impiegarono infatti i prigionieri nell'estrazione di pietrame e nella fabbricazione di mattoni, molti dei quali destinati ai mastodontici progetti architettonici del Führer. Lavoratori forzati erano poi spesso impiegati nei cantieri stessi.[1]
Ideale coronamento dell'opera architettonica nazista sarebbe stata l'erigenda della capitale universale di Welthauptstadt Germania sul sito occupato da Berlino dopo la vittoria di Hitler nella seconda guerra mondiale.[2][3][4]
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore J
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Friedrich
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Werner
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Hillgruber