Attacco di Pearl Harbor parte della guerra del Pacifico della seconda guerra mondiale | |||
---|---|---|---|
Foto aerea di Pearl Harbor dell'ottobre 1941 | |||
Data | 7 dicembre 1941 | ||
Luogo | Pearl Harbor (Hawaii, USA) | ||
Esito |
| ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
| |||
Perdite | |||
| |||
57 civili morti e 35 feriti | |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
L'attacco di Pearl Harbor (nome in codice operazione Z,[7] ma conosciuto anche come operazione Hawaii o operazione AI)[8] avvenne alle prime luci dell'alba di domenica 7 dicembre 1941, condotto da una flotta di portaerei, corazzate, incrociatori e altre navi della Marina imperiale giapponese contro la Flotta del Pacifico degli Stati Uniti e le installazioni militari statunitensi di Pearl Harbor, sull'isola di Oahu, nell'arcipelago delle Hawaii.
L'operazione fu attuata in assenza della dichiarazione di guerra giapponese, che si riuscì a formalizzare soltanto ad attacco iniziato a causa di ritardi nella decrittazione del testo in codice da parte dell'ambasciata nipponica: l'attacco provocò l'ingresso nella seconda guerra mondiale degli Stati Uniti, e un seguente internamento dei giapponesi ivi presenti, dove si diffuse nell'opinione pubblica un forte sentimento di riprovazione e di odio verso il Giappone per quello che il presidente Franklin Delano Roosevelt definì, nel suo discorso alla nazione, come Day of infamy ("Giorno dell'infamia").
L'attacco fu concepito e guidato dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto - il quale si trovava però nella baia di Hiroshima a bordo della nave da battaglia Nagato - con lo scopo di distruggere la flotta statunitense del Pacifico. L'operazione fu un successo tattico notevole; tuttavia gli aerei giapponesi non poterono colpire le portaerei americane non presenti in porto al momento dell'attacco e rinunciarono a bombardare i depositi di carburante e l'arsenale della base. I danni inflitti alla flotta del Pacifico comunque furono pesanti: una corazzata saltò in aria, una si capovolse, altre tre furono affondate; molte altre navi furono colpite. Questi successi permisero al Giappone di ottenere il controllo momentaneo sul Pacifico e aprirono la strada alle successive vittorie nipponiche, prima che gli Stati Uniti riuscissero ad allestire una flotta in grado di contrastare quella giapponese.[9]