Attentato a Hitler del 20 luglio 1944

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Attentato a Hitler del 20 luglio 1944
attentato
La sala conferenze della "Tana del Lupo" dopo l'esplosione del 20 luglio 1944: sono visibili al centro, con la divisa chiara, Hermann Göring e, alla sua destra, Martin Bormann
TipoAttentato dinamitardo
Data20 luglio 1944
12:42
LuogoRastenburg, Polonia
StatoGermania (bandiera) Germania
Coordinate54°04′50″N 21°29′47″E
ObiettivoAdolf Hitler
ResponsabiliClaus Schenk von Stauffenberg
Motivazionecolpo di Stato
Conseguenze
Morti4
Feriti20

L'attentato del 20 luglio 1944 fu un tentativo di colpo di stato tramite l'assassinio di Adolf Hitler, organizzato da oppositori militari, politici e della nobiltà tedesca. I congiurati vedevano nella morte del dittatore l'elemento fondamentale per il rovesciamento del regime nazista. Tuttavia, Hitler rimase solo lievemente ferito dall'esplosione della bomba che doveva ucciderlo, depositata dal colonnello della Wehrmacht Claus Schenk von Stauffenberg. Il tentativo, che faceva parte di un piano più ampio, denominato in codice Operazione Valchiria, ebbe luogo all'interno della Wolfsschanze (nota in italiano come "Tana del Lupo"), quartier generale del Führer, a Rastenburg, nell'allora Prussia Orientale.

Se il piano avesse avuto successo, dopo l'eliminazione di Hitler, i membri della congiura avrebbero assunto il potere a Berlino instaurando un nuovo regime per negoziare una pace separata con gli Alleati, allo scopo di evitare la disfatta militare e l'invasione della Germania da ovest, continuando la guerra ad est contro l'Unione Sovietica.[1] L'attentato fu pianificato sfruttando la possibilità che offriva il piano Walküre, ossia la mobilitazione della milizia territoriale in caso di colpo di Stato o insurrezione interna, opportunamente modificato dal colonnello von Stauffenberg. L'esplosione dell'ordigno uccise tre ufficiali e uno stenografo.

Il fallimento del colpo di Stato fu dovuto alle lacune nella sua preparazione e all'esitazione seguita nelle prime ore dopo l'attentato nell'attuare il piano per assumere il controllo del potere amministrativo e militare. La vendetta attuata dai nazisti portò all'arresto di circa 5000 persone, tra membri della congiura e parenti, questi ultimi internati nei lager.[2][3]

  1. ^ Fraser, p. 517.
  2. ^ Shirer, 1960, p. 1393.
  3. ^ Lo storico britannico Ian Kershaw scrive di oltre duecento persone «passate dalle mani del boia» Kershaw, 2001, p. 1071.

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