Ayn Rand O'Connor[1][2] (nata Alisa Zinov'evna Rozenbaum, in russo Алиса Зиновьевна Розенбаум?; San Pietroburgo, 2 febbraio 1905 – New York, 6 marzo 1982) è stata una scrittrice, filosofa e sceneggiatrice statunitense di origine russa, autrice di Noi vivi, La fonte meravigliosa e La rivolta di Atlante, fondatrice della corrente filosofica dell'oggettivismo.
Fu una sostenitrice dell'individualismo e dell'egoismo razionale, da lei inteso come la più naturale e importante delle virtù, in quanto consiste nel cercare il proprio bene senza arrecare danno agli altri. In politica, condannò l'uso della forza come immorale e sostenne il capitalismo laissez-faire, che definì come il sistema basato sul riconoscimento dei diritti individuali, compresi i diritti di proprietà privata; secondo lei, unico sistema che permette all'uomo di raggiungere la felicità grazie alle proprie abilità.[3] Collaborò con la Commissione per le attività antiamericane[4] di Joseph McCarthy e scrisse un pamphlet che raccomandava di evitare la propaganda, anche intesa sotto forma di collettivismo e anti-individualismo, nelle produzioni hollywoodiane.[5] Ostile ad ogni forma di collettivismo socialista e fascista, la sua filosofia si basava sul concetto che «la più piccola minoranza al mondo è l'individuo. Chiunque neghi i diritti dell'individuo non può sostenere di essere un difensore delle minoranze».[6] Convinta che il governo dovesse avere un ruolo legittimo ma relativamente ridotto in una società libera, non si riconobbe mai nell'anarco-capitalismo, quanto, piuttosto nel miniarchismo, benché non lo abbia mai definito in tali termini.
In Italia e in Europa è meno conosciuta e studiata che in Nord America, è considerata una personalità del libertarismo di destra e del conservatorismo di matrice anglosassone.[7][8][9] I suoi romanzi si basano su un archetipo di persona eroica, quello randiano, la cui abilità e indipendenza causa un conflitto permanente con la società massificata, ma che nonostante tutto persevera per realizzare i suoi obiettivi. I libri di Rand hanno venduto oltre 37 milioni di copie. La sua narrativa ha ricevuto recensioni contrastanti da critici letterari, con recensioni in genere peggiori per i suoi ultimi lavori[10]. Sebbene l'interesse accademico per le sue idee sia cresciuto dopo la sua morte,[11] il mondo filosofico ha generalmente ignorato o rifiutato la filosofia della Rand, sostenendo che questa avesse un approccio eccessivamente polemico e che il suo lavoro manchi di rigore metodologico.[12]