Barocco

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Gian Lorenzo Bernini, La Verità svelata dal Tempo. Roma, Galleria Borghese (fotografia di Paolo Monti).
Gian Lorenzo Bernini, Estasi della Beata Ludovica Albertoni. Roma, San Francesco a Ripa.

Il Barocco è un movimento estetico, ideologico e culturale sorto in Italia tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, e dall'Italia propagatosi in tutta Europa nel mondo delle arti, della letteratura, della musica, e in numerosi altri ambiti, fino alla metà del XVIII secolo.[1] In senso stretto l'espressione viene riferita a una specifica corrente artistica fiorita a Roma tra il terzo e il quarto decennio del XVII secolo e rappresentata in modo eminente dall'opera di Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona, con cospicui antefatti nell'opera di alcuni autori tardo-cinquecenteschi, come il Veronese, il Tintoretto e soprattutto i Carracci.[2] Ma lo snodo fondamentale è costituito dall'opera di Caravaggio.[3] In senso generale il Barocco è stato definito una «denominazione e qualifica dello stile secentesco: dapprima con senso dispregiativo, a indicare opera o forma goffa, pesante, strampalata, soprattutto artificiosa e involuta; oggi come designazione positiva e storica di quella civiltà letteraria e artistica (compresa tra il Rinascimento e l'Illuminismo)».[4]

Lo storico francese Fernand Braudel individua nell'epoca barocca il punto di massimo irradiamento della civiltà italiana, indicando nel Barocco «una nuova forma di gusto e di cultura, una ‘civiltà’ che rivestirà l'intera Europa» e darà vita a «una serie di creazioni moderne», come l'opera, il teatro moderno e la scienza moderna.[5]

Il barocco è un movimento sia artistico che culturale, che ha coinvolto tutti gli aspetti dell'arte inclusa la musica le cui caratteristiche si possono riassumere in: uno stile unitario ed organico, pezzi da 12 o più parti, lo stile del canto più severo, declamatorio e prevalentemente sillabico, contrasti: lento-veloce forte-piano e uno stile concertante italiano, contrappuntistico tedesco e strumentale francese.

  1. ^ Sul vigoroso propagarsi del Barocco e sul conclusivo esaurimento della sua spinta propulsiva ha osservato Dino Formaggio: «Il potente respiro del Barocco italiano investe ormai in mille modi diversi e diversamente si riflette nelle corti e nelle società borghesi d’Europa; finché l'originario e vigorosamente paradossale suo fuoco logico, così modernamente vivo di controsignificanze, verrà a spegnersi quasi del tutto tra le lievi grazie dorate del Rococò» (D. Formaggio, Il Barocco in Italia, Milano 1960, p. 42).
  2. ^ Su quest'ultimo aspetto cfr., per es., Giuliano Briganti, Milleseicentotrenta, ossia il Barocco, in “Paragone”, 13 (1951), pp. 8-17.
  3. ^ Piero Adorno in L'arte italiana, vol II, tomo II: «…il suo peso storico è stato incalcolabile, senza di lui non sarebbero comprensibili… Rubens e Velazquez… Vermeer, Rembrandt…».
  4. ^ Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, vol. II, Torino 1995, p. 76.
  5. ^ Fernand Braudel, Il secondo Rinascimento: due secoli e tre Italie, Torino 1986, pp. 84-85. Il saggio di Braudel smentisce il topos storiografico che vorrebbe l'Italia del Seicento in condizioni economiche precarie, se non rovinose, e mostra come per ampi tratti del secolo (specie nella prima metà) la penisola abbia potuto contare su un quadro economico interno assai vitale e florido.

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