«Beatrice bea, vivendo, il suo consorte, e lo lascia infelice alla sua morte; anzi tutta l'Italia, che con lei fia triunfante, e senza lei, captiva.[2]»
Beatrice d'Este (Ferrara, 29 giugno1475 – Milano, 2 gennaio1497) soprannominata Sternit, cioè Abbatte, in riferimento alla capacità di conquistarsi il trono abbattendo ogni ostacolo,[4] fu duchessa di Milano e di Bari, principatus socia[5] del marito Ludovico Sforzail Moro, secondo l'espressione dell'imperatore Massimiliano I.[6] Fu una delle personalità più importanti del suo tempo e, nonostante la breve vita, trasse le fila della politica italiana. Abile cacciatrice e cavallerizza esperta,[7] fu pratica dell'uso di diverse armi,[8] «vera intrepida amazzone e animosa seguace di Diana»,[9] ma fu anche donna di cultura, importante mecenate e capofila della moda: al fianco dell'illustre consorte, rese Milano una delle massime capitali del Rinascimento.[10][11] Con la propria determinazione e l'indole bellicosa, fu l'anima della resistenza milanese contro il nemico francese durante la prima delle Guerre d'Italia, quando il suo intervento valse a respingere le minacce del duca d'Orléans, che era sul punto di conquistare Milano.[12][13]
«Ella mostrava il coraggio di un uomo, e quello di un uomo intrepido, di fronte al pericolo. [...] Era davvero una virago, nell'onorevole senso medievale della parola. Una donna, come la definisce Gregorovius, elevata per coraggio e comprensione al di sopra del suo sesso».[14]
«Principessa di somma perspicacia, benché giovane, versata nelle cose di stato, più che non soglion le donne, [...] dominava il marito irresistibilmente, eragli consigliera ed eccitatrice, e fu veduta più tardi sul campo di Novara rialzarne l'abbattuto coraggio» (Samuele Romanin).[15]
La sua morte di parto a soli ventuno anni gettò Ludovico il Moro in un profondo dolore, da cui non si sarebbe più ripreso.
^Béatrix d'Este, Gustave Clausse, Erneste Leroux, 1907, p. 33.
^Paolo Negri, Studi sulla crisi italiana alla fine del secolo, Archivio storico lombardo: giornale della Società storica lombarda, anno 51, fasc. 1-2 (1924), p. 130. Paolo Negri, Milano, Ferrara e Impero durante l'impresa di Carlo VIII in Italia, Archivio Storico Lombardo, (1917 dic, Serie 5, Fascicolo 3 e 4), p. 425.
^Motivi storici della educazione femminile, Gian Ludovico Masetti Zannini, M. D'Auria, 1982, p. 229.
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