Bombardamento di Bari parte della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale | |
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Il porto visto da una postazione antiaerea dopo l'attacco | |
Data | 2 dicembre 1943 |
Luogo | Bari |
Tipo | Bombardamento aereo |
Forze in campo | |
Forze attaccanti | Germania |
Comandate da | Albert Kesselring Wolfram von Richthofen |
Forze di difesa | Regno Unito Stati Uniti |
Comandate da | Arthur Coningham Jimmy Doolittle |
Bilancio | |
Esito | Incursione tedesca con esito positivo |
Perdite civili | Circa 1.000 civili morti |
Perdite attaccanti | 2 aerei abbattuti dalla contraerea italiana |
Perdite difensori | 17 navi cargo affondate 8 cargo gravemente danneggiate oltre 1.000 militari caduti |
Note presenti nel corpo del testo
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Il bombardamento di Bari fu un'azione d'attacco aereo effettuata dalla Luftwaffe nei confronti del naviglio alleato attraccato nel porto di Bari, città occupata dalle forze britanniche l'11 settembre 1943 in seguito alle operazioni di invasione dell'Italia continentale, durante la campagna d'Italia della seconda guerra mondiale.
La sera del 2 dicembre 1943, 105 bombardieri Junkers Ju 88 appartenenti alla Luftflotte 2 tedesca bombardarono le navi da trasporto ancorate alla fonda del porto[1]; l'attacco causò grosse perdite per gli alleati, che non subivano un'incursione aerea a sorpresa di tale efficacia a un proprio porto dall'attacco giapponese di Pearl Harbor[2].
Lo scopo dell'attacco aereo era quello di rendere inagibile il porto, nel quale affluiva la maggior parte dei rifornimenti per le truppe dell'8ª Armata britannica e per le basi aeree alleate nell'area di Foggia. Otto navi cargo furono gravemente danneggiate mentre quelle affondate furono 17, i cui relitti bloccarono il porto per tre settimane. Gli anglo-americani, messi in difficoltà nell'approvvigionare le proprie truppe, dovettero quindi rallentare sia l'offensiva terrestre in Italia sia la costruzione degli impianti aeroportuali di Foggia. Durante l'attacco venne colpita la nave statunitense SS John Harvey, che trasportava un importante carico di bombe all'iprite, dalla quale fuoriuscirono per alcuni giorni una grande quantità di sostanze tossiche che contaminarono le acque del porto, i militari e i civili nella zona mentre le bombe inesplose finirono sul fondo delle acque del porto[3].