Buddismo in Bhutan

Il buddismo Mahāyāna è la religione di Stato del Regno del Bhutan, comprendente dai 2/3 ai 3/4 dell'intera popolazione[1]; anche se poi, complessivamente, in tutte le sue forme, i buddhisti nella nazione himalayana rappresentano circa il 98% degli abitanti. Seppur il buddismo praticato in Bhutan ha origine diretta dal buddismo Tibetano, finisce col differenziarsi in modo significativo per rituali, liturgia e organizzazione monastica.
In quanto religione di Stato il buddismo è stato lungamente sostenuto finanziariamente dal governo attraverso annuali sovvenzioni sia ai santuari specifici che ai monasteri buddhisti in generale, oltre ai vari gruppi di monaci e monache.

In epoca contemporanea, il sostegno alla religione durante il lungo regno di Jigme Dorji Wangchuck (dal 1952 al 1972) ha incluso anche la costruzione di migliaia di immagini in bronzo dorato del Buddha, pubblicate poi in eleganti edizioni calligrafiche dei 108 volumi del Kangyur (il canone del buddismo tibetano) o "Raccolta delle parole del Buddha" e dei 225 volumi del Tengyur o "Raccolta dei commenti agl'insegnmenti"; oltre alla costruzione di numerosi chörten in tutto il paese.
Avendo una rappresentanza garantita sia nell'assemblea nazionale che nel consiglio reale consultivo e costituendo la stragrande maggioranza della società, i buddhisti sono una voce influente ed assicurata nella politica pubblica del regno.

Visto il ruolo fondamentale che esso ricopre, è opinione diffusa tra gli abitanti che la religione buddhista sia un elemento fondante dell'identità e della cultura del Bhutan.

  1. ^ International Religious Freedom Report 2007 - Bhutan, su state.gov, U.S. Department of State, 14 settembre 2007. URL consultato il 6 gennaio 2008.

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