Buzz Aldrin | |
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Astronauta della NASA | |
Nazionalità | Stati Uniti |
Status | Ritirato |
Data di nascita | 20 gennaio 1930 |
Selezione | 1963 (gruppo 3 NASA) |
Primo lancio | 11 novembre 1966 |
Ultimo atterraggio | 24 luglio 1969 |
Altre attività | pilota da combattimento |
Tempo nello spazio | 12 giorni, 1 ora e 52 minuti |
Numero EVA | 2 |
Durata EVA | 4h 37min |
Missioni | |
Data ritiro | luglio 1971 |
Buzz Aldrin, fino al 1988 noto come Edwin Eugene Aldrin, Jr.[1] (Montclair, 20 gennaio 1930), è un astronauta, aviatore e ingegnere statunitense, noto soprattutto per essere stato il secondo uomo ad aver calpestato il suolo lunare, nell'ambito della missione Apollo 11, insieme al comandante Neil Armstrong.
Aldrin si laureò presso la United States Military Academy nel 1951 in ingegneria meccanica. Venne arruolato nell'aeronautica militare statunitense e prestò servizio come pilota di jet da combattimento durante la guerra di Corea. Partecipò a 66 missioni di combattimento e abbatté due velivoli MiG-15.
Dopo aver conseguito un dottorato in astronautica presso il Massachusetts Institute of Technology, Aldrin venne selezionato come membro del terzo gruppo di astronauti della NASA, divenendo il primo astronauta con un dottorato. La sua tesi di dottorato, Line-of-Sight Guidance Techniques for Manned Orbital Rendezvous, gli procurò il soprannome di "Dr. Rendezvous" da parte degli altri astronauti. Il suo primo volo spaziale fu nel 1966 nella missione Gemini 12 durante il quale trascorse più di cinque ore in attività extraveicolare. Tre anni dopo, Aldrin mise piede sulla Luna, alle 03:15:16 del 21 luglio 1969 (UTC), 19 minuti dopo che Armstrong aveva toccato la superficie, mentre il pilota del modulo di comando Michael Collins rimaneva in orbita lunare.
Dopo aver lasciato la NASA nel 1971, divenne comandante della U.S. Air Force Test Pilot School. L'anno seguente si ritirò dall'Aeronautica militare, dopo 21 anni di servizio. Le sue autobiografie Return to Earth, (1973) e Magnificent Desolation (2009), raccontano le sue battaglie con la depressione clinica e l'alcolismo negli anni dopo aver lasciato la NASA. In seguito continuò a sostenere l'esplorazione spaziale, in particolare una missione umana su Marte e sviluppò il Cycler Aldrin, una speciale traiettoria per le navette spaziali che rendeva possibile raggiungere il pianeta rosso utilizzando meno tempo e meno propellente. Nella sua carriera ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui la Presidential Medal of Freedom nel 1969 ed è elencato in diverse Hall of Fame.