Col termine calmiere (dal greco kalamométrion) si intendono quelle politiche di regolamentazione e restrizione sui prezzi per i beni e i servizi venduti sul mercato. Questo tipo di misure viene talvolta presa dai governi per mantenere la convenienza dei beni durante una penuria degli stessi, per contrastare un aumento eccessivo dei prezzi causato da un'inflazione più alta, in caso di monopolio di un determinato bene o servizio, oppure al contrario per assicurare un livello di guadagno minimo per i produttori di certi beni, oppure ancora per raggiungere un certo salario di sussistenza.
L'introduzione di un calmiere può essere motivata da ragioni politiche, ovvero dal tentativo di tutelare i lavoratori salariati e i pensionati dagli effetti deleteri dell'inflazione. Tuttavia questo tipo di misura economica ha gravi limiti: c'è un alto rischio di speculazioni, per cui i prodotti calmierati vengono nascosti e rivenduti soltanto al mercato nero con prezzi molto più alti (sostanzialmente quelli dettati dalla legge della domanda e dell'offerta), oppure c'è il rischio che i prodotti calmierati si esauriscano. Per questi motivi la maggior parte degli economisti ritiene che l'uso del calmiere sia da evitare.[1] Nonostante questi problemi i calmieri sono spesso usati in occasione di crisi economiche, guerre e carestie.