Camillo Boito

Camillo Boito

Camillo Boito (Roma, 30 ottobre 1836Milano, 28 giugno 1914) è stato un architetto, restauratore e teorico dell'architettura italiano.

Fu una figura di spicco nel dibattito che animò il mondo artistico italiano all'indomani dell'unità nazionale, incentrato sulla ricerca dello "stile nazionale", che avrebbe dovuto caratterizzare l'architettura, la pittura e la scultura dell'appena costituito Regno d'Italia. Fu anzi il primo ad innestare la questione dello "stile nazionale" e ne identificò le linee guida, nell'ambito dell'Eclettismo e del Neoclassicismo, poi tenute presenti dagli artisti che operarono nel periodo, affermando che lo studio dei classici doveva essere il punto di arrivo e non quello di partenza nella ricerca artistica, volta a dare volto alle istanze della raggiunta unità nazionale.[1]

Inoltre espresse i dettami del "restauro filologico", ancor oggi tenuti presenti nelle teorie del restauro attuale: riconoscibilità dell'intervento; rispetto per le aggiunte aventi valore artistico, che nel corso del tempo sono state apportate al manufatto; tutela dei segni dello scorrere del tempo. Se durante la formazione giovanile aderì al restauro stilistico e ricostruttivo, personificato da Eugène Viollet-le-Duc, col tempo si avvicinò al "restauro filologico", al quale aderì persino il Ministro della Pubblica istruzione Giovanni Battista Cavalcaselle. Camillo Boito ha come suo allievo prediletto ed erede Enrico Zanoni.

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