Campagna d'Italia (1796-1797)

Campagna d'Italia (1796–1797)
parte delle guerre della prima coalizione
Da in alto a sinistra in senso orario: scena della battaglia di Lodi, resa delle truppe austriache a Mantova, Napoleone alla battaglia di Rivoli e al Ponte di Arcole
Data24 marzo 1796 - 17 ottobre 1797
LuogoItalia settentrionale e centrale
EsitoVittoria francese
Modifiche territorialiCessione della Lombardia e dei Paesi Bassi austriaci alla Francia e della Repubblica di Venezia al Sacro Romano Impero come deciso nel trattato di Campoformio
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Inizialmente 37.600[3] e 60 cannoni[4]
39.600 (aprile 1796)[5]
27.400[6] (ottobre 1796)
44.000 e 78 cannoni[7] (gennaio 1797)
60.000[8] (febbraio 1797)
Inizialmente 54.500[9]
50.000 (giugno 1796)[10]
59.000[11] (ottobre 1796)
45.000[7] (gennaio 1797)
50.000[8] (febbraio 1797)
Perdite
??
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La campagna d'Italia del 1796–1797 fu la serie d'operazioni militari guidate da Napoleone Bonaparte alla testa dell'Armata d'Italia durante la guerra della prima coalizione combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell'Antico regime, nello specifico rappresentate dal Regno di Sardegna, dal Sacro Romano Impero e dallo Stato Pontificio.

Il generale Bonaparte dimostrò per la prima volta le sue grandi capacità di stratega e di condottiero raggiungendo, nonostante la limitatezza dei suoi mezzi, una serie di brillanti vittorie che consentirono di instaurare il dominio francese su gran parte dell'Italia settentrionale e centrale. Il generale ottenne grande prestigio e una vasta popolarità, esercitando autonomamente l'autorità sul territorio conquistato e organizzando una serie di stati strettamente collegati alla Francia. Dopo aver agito spesso in contrasto con le direttive del Direttorio, il generale Bonaparte concluse vittoriosamente la campagna firmando personalmente il trattato di Campoformio, che sancì la sconfitta dell'Impero d'Austria e della prima coalizione e confermò la predominante influenza francese in Italia, specie sulle élite peninsulari.

  1. ^ In Italia erano presenti anche altri stati che però non ebbero un peso decisivo nella campagna: le repubbliche di Genova (doge Giacomo Maria Brignole) e Venezia (doge Ludovico Manin), il Granducato di Toscana (granduca Ferdinando III) e i ducati di Parma e Piacenza (duca Ferdinando I) e di Modena e Reggio (duca Ercole III)
  2. ^ Generale asburgico, distaccato al comando delle armate del Regno di Sardegna; prese poi il comando delle armate pontificie dopo la resa del Regno di Sardegna. Vedi (EN) Leopold Kudrna, Digby Smith, A Biographical Dictionary of all Austrian Generals during the French Revolutionary and Napoleonic Wars, su napoleon-series.org. URL consultato il 7 febbraio 2012..
  3. ^ Chandler 2006, p. 98.
  4. ^ Chandler 2006, p. 104.
  5. ^ Chandler 2006, p. 132.
  6. ^ Chandler 2006, p. 157.
  7. ^ a b Chandler 2006, p. 173.
  8. ^ a b Chandler 2006, p. 183.
  9. ^ Chandler 2006, p. 114.
  10. ^ Chandler 2006, p. 147.
  11. ^ Chandler 2006, p. 159.

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