Campagna di Boston parte della guerra d'indipendenza americana | |||
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La morte del generale Warren durante la battaglia di Bunker Hill di John Trumbull | |||
Data | 1º settembre 1774 – 17 marzo 1776 | ||
Luogo | Boston, Concord e Lexington (Provincia della Massachusetts Bay) | ||
Esito | Vittoria dei rivoluzionari | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La campagna di Boston segna l'inizio della guerra d'indipendenza americana. Dopo la mobilitazione della milizia patriottica, che sarebbe divenuta poi l'Esercito continentale, i rivoluzionari americani si scontrarono con le forze britanniche per la prima volta il 19 aprile 1775, nella battaglia di Lexington e Concord, durante la quale gli americani inflissero una serie di sconfitte alle forze nemiche, in piena ritirata verso Charlestown.
I miliziani circondarono dunque la città di Boston, mettendola sotto assedio. Lo scontro principale, durante quest'assedio, fu la battaglia di Bunker Hill, il 17 giugno 1775, una delle più sanguinose azioni militari dell'intera guerra.[1]
Nel luglio del 1775, George Washington prese il comando della milizia e la trasformò in un esercito regolare. Il 4 marzo 1776, l'esercito americano schierò a Dorchester Heights numerosi cannoni d'assedio in grado di bombardare Boston e le navi britanniche all'àncora nel porto. Il 17 marzo, le forze britanniche preferirono rinunciare all'occupazione di Boston e si ritirarono via mare dalla città.