Campagna di Tunisia

Campagna di Tunisia
parte della campagna del Nordafrica della seconda guerra mondiale
Una colonna di carri armati britannici Valentine attraversa un villaggio tunisino
Data17 novembre 1942 – 13 maggio 1943
LuogoTunisia
EsitoVittoria degli Alleati
Distruzione delle forze italo-tedesche in Nordafrica
Modifiche territorialiOccupazione temporanea della Tunisia da parte alleata.
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Circa 120 000 soldati di prima linea (circa 330 000 in totale)
circa 500 carri armati in totale
circa 660 aerei
Circa 420 000 soldati di prima linea (oltre 1 milione con le riserve)
circa 5 000 carri armati (comprese le riserve), di cui 1 400 in prima linea
3 400 aerei
Perdite
Circa 300 000 perdite (di cui oltre 240 000 prigionieri)
Almeno 1 045 aerei distrutti
oltre 600 aerei catturati[1]
Regno Unito (bandiera) Regno Unito e Commonwealth: 6 233 morti, 21 528 feriti e 10 599 dispersi (in totale 38 360 uomini)
Francia libera (bandiera) Francia Libera: 2 156 morti, 10 276 feriti e 7 007 dispersi (19 439 in totale)[1]
Stati Uniti (bandiera) USA: 2 715 morti, 8 978 feriti e 6 528 dispersi (in totale 18 221)[1][2]
  • Totale:
    76 020 perdite (11 104 morti, 40 782 feriti e 24 134 dispersi o prigionieri)
    849 aerei distrutti
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La campagna di Tunisia si combatté, durante la seconda guerra mondiale, tra le forze alleate anglo-statunitensi e quelle italo-tedesche e segnò la fase finale delle lunga campagna del Nordafrica, iniziata nell'estate 1940 e proseguita con alterne vicende fino al 13 maggio 1943. In quella data le forze alleate, ormai nettamente superiori numericamente e materialmente, sconfissero definitivamente le residue forze dell'Asse, entrarono a Tunisi e Biserta e costrinsero alla resa le ingenti truppe nemiche rimaste tagliate fuori nell'ultimo ridotto tunisino.

Circondati dalle superiori forze alleate, costituite dalle moderne divisioni statunitensi, da quelle britanniche e dai reparti dell'esercito coloniale francese che erano rientrati in campo a fianco degli anglosassoni, il feldmaresciallo Erwin Rommel e, dopo il suo richiamo sul continente, il generale Hans-Jürgen von Arnim si impegnarono strenuamente in una serie di operazioni difensive e controffensive, coronate spesso da notevoli successi tattici favoriti dalla superiorità di tattiche e di addestramento delle forze tedesche e di quelle italiane, guidate dal febbraio 1943 dal generale Giovanni Messe, che portarono la guerra ad una situazione di stallo nell'inverno, costringendo le forze nemiche a continuare la campagna fino alla primavera 1943 e quindi causando il rinvio dell'apertura del secondo fronte in Europa.

Tuttavia la mancanza di uomini, di mezzi e soprattutto di rifornimenti avrebbe segnato la sorte delle forze dell'Asse in Tunisia. Dopo aver sfondato le posizioni italo-tedesche sulla linea del Mareth, gli Alleati posero fine alla resistenza delle forze nemiche in Africa nel mese di maggio 1943, dopo un'offensiva finale su Tunisi e catturarono oltre 200 000 prigionieri.

Questa vittoria aprì le porte agli anglo-americani per lo sbarco in Sicilia (10 luglio 1943), che portò alla caduta del fascismo (25 luglio 1943) e all'armistizio italiano (3 - 8 settembre 1943).

  1. ^ a b c (EN) I.S.O. Playfair, C. J. C. Molony, F. C. Flynn e T. P. Gleave, The Mediterranean and Middle East: The Destruction of the Axis Forces in Africa, a cura di J. R. M. Butler, collana History of the Second World War, United Kingdom Military Series, vol. IV, Uckfield, Naval & Military Press, 2004 [1966], ISBN 1-84574-068-8.
  2. ^ Atkinson, p. 536.

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