Campagna peninsulare parte della guerra di secessione americana | |||
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I generali G.B. McClellan e J.E. Johnston, protagonisti della campagna Peninsulare | |||
Data | marzo-luglio 1862 | ||
Luogo | Virginia Peninsula | ||
Esito | Vittoria confederata | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
Perdite | |||
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La campagna peninsulare[1][2] della guerra di secessione americana fu la maggiore operazione militare lanciata dall'Unione nella Virginia sud orientale, tra il marzo e il luglio del 1862: la prima offensiva su larga scala nel teatro orientale d'operazioni della guerra civile. La campagna, comandata dal maggior generale George B. McClellan, fu un movimento anfibio aggirante che aveva come scopo di catturare la capitale confederata di Richmond, evitando l'urto con l'Armata della Virginia Settentrionale.
McClellan ebbe inizialmente successo contro la forza del prudente generale Joseph E. Johnston, ma l'entrata in azione del generale Robert E. Lee mutò il carattere della campagna, che si concluse con un'umiliante disfatta dell'Unione. Sebbene non facenti parte formalmente della campagna peninsulare, le battaglie finali tenutesi dal 25 giugno al 1º luglio, con Lee comandante confederato all'offensiva contro McClellan, sono popolarmente note come Battaglie dei Sette Giorni e descritte nel relativo articolo.