Campagna svizzera di Suvorov

Campagna svizzera di Suvorov
parte della guerra della
seconda coalizione
Il percorso della campagna svizzera di Suvorov, 1799
Data11 settembre - 7 ottobre 1799
LuogoSvizzera
EsitoVittoria della Prima Repubblica francese
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
27 000[1]77 000[2]
Perdite
dati non disponibilidati non disponibili
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La campagna svizzera di Suvorov si svolse in territorio elvetico tra il settembre e l'ottobre del 1799 durante la guerra della seconda coalizione. Le truppe russo-austriache, che avevano già sconfitto ripetutamente tra aprile e agosto i francesi in Italia, attraversarono il San Gottardo al comando del feldmaresciallo Aleksandr Vasil'evič Suvorov, con l'ordine di marciare contro il generale Andrea Massena per cacciarlo dalla Repubblica Elvetica.

Dopo le importanti vittorie dei mesi precedenti durante la campagna in Italia, Suvorov era rimasto padrone della situazione nella parte settentrionale della Penisola e sembrava imminente una sconfitta definitiva dei francesi con il generale russo deciso a marciare addirittura verso la Francia[3], ma le divisioni e le rivalità delle potenze coalizzate avrebbero ben presto favorito la ripresa delle armate rivoluzionarie: per timore che l'influenza della Russia diventasse troppo grande, gli alleati, facendo anche leva sulle ambizioni dello zar Paolo I di presentarsi come liberatore della Svizzera[4], riuscirono a ottenere che le truppe russe interrompessero le loro operazioni in Italia e venissero rischierate nella Confederazione, lasciando l'iniziativa nella Penisola agli austriaci[5]. A Suvorov fu quindi ordinato di dirigersi con il suo esercito verso nord e marciare attraverso il San Gottardo per congiungersi alle truppe russe appena condotte sulla Limmat dal generale Aleksandr Michajlovič Rimskij-Korsakov[6].

Il maresciallo Suvorov prese, dopo difficili combattimenti, il San Gottardo e marciò poi faticosamente lungo la valle del fiume Reuss, costantemente contrastato dal generale Claude Lecourbe. Giunto ad Altdorf fu costretto a deviare a nord-est per le montagne, in quanto i francesi controllavano saldamente il lago dei Quattro Cantoni e i passi a ovest. Il generale Massena inviò quindi le divisioni dei generali Honoré Gazan e Édouard Mortier, coordinate dal generale Nicolas Soult, a bloccare l'avanzata dei russi tra Svitto e Glarona; Suvorov si diresse allora verso la Linth, ma anche qui, dopo qualche successo, le sue truppe furono ripetutamente respinte a Näfels dai soldati del generale Gabriel Molitor[6].

La situazione del maresciallo Suvorov, isolato tra le montagne, con scarsi rifornimenti e contrastato su tutti i fronti dalle truppe francesi, divenne sempre più difficile; dopo aver appreso della disfatta dei generali Korsakov e von Hotze nella seconda battaglia di Zurigo, non gli rimase che tentare di ripiegare verso est allo scopo di mettere in salvo i resti del suo esercito, ormai molto provato. La ritirata dei russi fu molto difficoltosa e costò nuove pesanti perdite, mentre tutta l'artiglieria andò perduta[7]; infine, passando per il passo di Panix, i russi raggiunsero il Reno a Ilanz il 7 ottobre e proseguirono quindi verso il Vorarlberg, dove si congiunsero con i superstiti del generale Korsakov[8]. Suvorov venne richiamato a San Pietroburgo dove cadde nuovamente in disgrazia presso la corte zarista: Paolo I rifiutò di riceverlo in udienza e, ferito e malato, il vecchio generale morì dopo poche settimane nella capitale stessa il 18 maggio del 1800[3].

  1. ^ Mikaberidze 2003, pp. 133-4.
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Coppi279 280
  3. ^ a b Mikhail Presnukhin, La spedizione russa in Italia contro Napoleone, in Russia Beyond The Headlines, Rossiyskaya Gazeta, 20 giugno 2011. URL consultato il 17 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2014).
  4. ^ Mathiez e Lefebvre 1992, p. 583, Vol. II.
  5. ^ Rettificazioni 1857, p. 42.
  6. ^ a b Mathiez e Lefebvre 1992, p. 491, Vol. II.
  7. ^ Chandler 1988, pp. 406-410.
  8. ^ Mathiez e Lefebvre 1992, p. 491-2, Vol. II.

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