Campagne dalmato-illiriche (13-9 a.C.) parte delle guerre di età augustea | |||
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Busto del giovane generale e figliastro di Augusto, Tiberio (Musei Capitolini). | |||
Data | 13 - 9 a.C. | ||
Luogo | Dalmazia e Pannonia | ||
Esito | Sottomissione di Dalmazia e Pannonia. | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Le guerre dalmato-illiriche e pannoniche degli anni 13-9 a.C. (chiamate dai Romani Bellum Pannonicum[4]) al tempo dell'imperatore romano Augusto, rappresentano la chiave di volta per comprendere l'occupazione del settore strategico più importante dell'intero limes romano, ovvero il settore danubiano.[5]
Ronald Syme scrive che «Roma, sotto le vesti di portatrice di pace, durante il Principato di Augusto, intraprese una politica razionale e sostenuta di conquista in Europa». Il compito più arduo era quello di completare la sottomissione dell'area centrale dell'Impero romano, vale a dire la sottomissione dell'Illyricum e dei Balcani, avanzando con la frontiera verso nord, fino al Danubio.[6] Sempre il Syme sostiene che, se la conquista della Germania non era essenziale nei piani di Augusto, e che poteva essere abbandonata senza danno anche in seguito alla disfatta della selva di Teutoburgo (9 d.C.), al contrario quando l'intero Illirico si ribellò (6-9 d.C.), Roma non si ritirò e combatté una guerra sanguinosissima per oltre tre anni fino alla sottomissione totale, che «fu la più tremenda delle guerre esterne, dopo le guerre puniche».[7]
In futuro, dopo aver raggiunto questo primo obbiettivo, Augusto aveva progettato di occupare la Boemia dei Marcomanni di Maroboduo (nel 6 con Tiberio), congiuntamente con gli eserciti della Germania Magna, in modo da portare la frontiera settentrionale fino ad occupare gran parte dell'Europa centrale, fino all'Elba. In seguito la dislocazione degli eserciti lungo il più importante fiume europeo, permise la conquista della Dacia da parte di Traiano e della Marcomannia da parte di Marco Aurelio (ai tempi delle guerre marcomanniche).
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