Durante l'invasione tedesca della Norvegia avvenuta nella seconda guerra mondiale, le autorità civili occupanti, sotto il regime di Vidkun Quisling e della Wehrmacht hanno operato in diversi campi nel territorio norvegese, di cui circa 110 usati come lager.[1]
I campi norvegesi erano in gran parte campi di prigionia, ed erano sparsi in tutto il paese. Alcuni di questi avevano tassi di mortalità estremamente elevati, a causa delle condizioni disumane e di brutalità alle quali erano sottoposti i prigionieri. Sia i campi sia le carceri, oltre a diverse prigioni improvvisate furono usate dai nazisti per internare i prigionieri. In particolare i quartieri generali della Sicherheitspolizei e della Sicherheitsdienst con sede nella Victoria Terrasse, un grande complesso a Oslo, divennero sinonimi di torture e abusi. Anche negli edifici Arkivet (Kristiansand) e Bandeklosteret (Trondheim) si compivano simili crimini.
I campi di concentramento designati non erano classificati come "KZ-Lager", bensì come "Häftingslager" ed erano controllati dalla polizia di sicurezza nazista (SIPO), dalle SS e dalla Gestapo. Le autorità naziste deportarono oltre 700 ebrei provenienti dalla Norvegia ad Auschwitz, oltre 500 Nacht und Nebel nel campo di concentramento di Natzweiler-Struthof e altre migliaia a Sachsenhausen, Ravensbrück e in altre prigioni e in altri campi della Germania. La maggior parte di queste persone erano state nei lager norvegesi durante le operazioni di transito.
Nonostante abusi, torture e omicidi fossero all'ordine del giorno, nessun lager fu designato o funzionò come campo di sterminio, senza mai raggiungere il numero di morti che si registravano nei campi di Germania, Polonia e Austria. Si stima che tra le 30 e le 40.000 persone passarono attraverso questo sistema di transito, per un totale di circa 60.000 prigionieri.
I campi servirono per fini diversi:
Le autorità nazista distrussero la maggior parte dei registri relativi ai campi e alle prigioni che usarono durante l'occupazione. Alcuni erano distinti tra i campi e prigioni gestiti da nazisti norvegesi e quelli gestiti dai nazisti tedeschi, anche se i crimini commessi durante l'occupazione avevano avuto luogo sotto il comando di un'unica autorità.
Tra le prigioni e i campi norvegesi usati dai nazisti, spicca il campo Grini, il più grande del paese. Nella contea di Finnmark, il campo di prigionia di Karasjok ospitò circa 400 prigionieri.[2]