«Questi luoghi desolati erano stati scelti, con l'approvazione del Reichsführer delle SS Heinrich Himmler, per farne un enorme carnaio, quale l'umanità non aveva ancora mai conosciuto prima dei nostri giorni crudeli, neanche al tempo della barbarie primitiva.»
(Chil Rajchman nella prefazione di Annette Wieviorka a: Treblinka 1942-1943 - Io sono l'ultimo ebreo[3])
Il campo di sterminio di Treblinka (con Chełmno, Bełżec, Sobibór e Auschwitz-Birkenau) fu uno dei principali campi di sterminio del regime nazista durante l'Olocausto. I due campi di Treblinka si trovano nel territorio del Comune di Kosów Lacki.[4] Dopo Bełżec e Sobibór, fu l'ultimo dei tre campi di sterminio aperti nel 1942 nell'est della Polonia occupata a entrare in funzione, nel luglio 1942, al fine di attuare l'Operazione Reinhard (in tedesco Aktion Reinhardt), nome in codice dato dai nazisti al progetto di sterminio degli ebrei in Polonia.[5] Il campo di Treblinka è tristemente noto, nei rapporti fatti dai pochi sopravvissuti, per lo sterminio perpetrato con indicibile ferocia sulle vittime.[6][7]
Secondo alcune stime, in soli sedici mesi, nel campo furono uccisi dai 700 000[8] ai 900 000[9][10] internati, secondo solo al numero delle vittime di Auschwitz II (Birkenau).
^Prefazione di Annette Wieviorka al libro di Chil Rajchman, Callow, p. 14
^Secondo la nomenclatura adottata dallo storico Raul Hilberg, il termine "campo di sterminio" distingue quei centri creati specificamente dai nazisti per lo sterminio di massa degli ebrei e di altri gruppi da essi razzialmente o socialmente discriminati. Cf. Frediano Sessi, "Raul Hilberg e la distruzione degli ebrei d'Europa" (introduzione alla prima edizione italiana di Raul Hilberg, La distruzione degli ebrei d'Europa, Torino: Einaudi, 1995; "I campi di sterminio", Enciclopedia dell'Olocausto.
^Rapporto di Chil Rajchman in Treblinka 1942-1943 e di Yankel-Yakov Wiernik in Un anno a Treblinka
^Stima di Helmut Krausnick, direttore dell'Institute für Zeitgeschichte di Monaco, nella testimonianza resa in qualità di esperto nel corso del 1° processo di Treblinka (1965), citato in: (EN) Operation Reinhard: Treblinka DeportationsArchiviato il 23 settembre 2013 in Internet Archive. dal sito web «Nizkor». Riportato il 23 aprile 2007.
^Stima del dottor Scheffler, nella testimonianza resa in qualità di esperto nel corso del 2° processo di Treblinka (1970), citato in: (EN) Operation Reinhard: Treblinka DeportationsArchiviato il 23 settembre 2013 in Internet Archive. dal sito web «Nizkor». Riportato il 23 aprile 2007.
^Altre stime arrivano a cifre non inferiori ai 3 000 000 (V. Grossman). Probabilmente questo immane massacro fu visto dal ministro nazista per gli armamenti Albert Speer come un enorme "spreco" di manodopera, intollerabile durante una guerra; fece pressioni su Hitler e poi su Himmler "per un uso più ragionevole dei prigionieri" cioè recuperare forza da lavoro schiava dai deportati che potevano lavorare e ucciderli solo quando diventavano improduttivi.