I cannabinoidi sintetici sono una classe di molecole non presenti in natura che si legano agli stessi recettori a cui si legano i cannabinoidi ( THC, CBD e molti altri) presenti nelle piante di cannabis. Queste nuove sostanze psicoattive non devono essere confuse con i fitocannabinoidi sintetici (come il Dronabinol, THC ottenuto mediante sintesi chimica) o con gli endocannabinoidi sintetici dai quali si differenziano per molti aspetti.[1][2][3]
La maggior parte dei cannabinoidi sintetici sono agonisti dei recettori dei cannabinoidi. In genere sono stati progettati per avere effetti simili al THC, il cannabinoide naturale con la più forte affinità di legame con il recettore CB1, principale sostanza psicoattiva della marijuana. Questi analoghi sintetici spesso hanno una maggiore affinità di legame e una maggiore potenza verso i recettori CB1 . Esistono diverse famiglie di cannabinoidi sintetici, ad esempio AM- xxx , CP- xx,xxx , HU- xx , JWH- xxx , nominate in origine con l'acronimo eponimico del creatore della sostanza ( ad esempio JWH sta per John W. Huffman, AM per Alexandros Makriyannis, CP per l'azienda Carl Pfizer) ma anche con nomi commerciali atti a promuoverne l'uso ricreazionale.
I cannabinoidi sintetici vengono utilizzati in vari modi:
I cannabinoidi sintetici svolgono un ruolo importante nel mercato in rapida evoluzione delle designer drugs o legal highs, cioè di quelle nuove sostanze psicoattive non regolamentate che di solito sono destinate a imitare gli effetti di sostane psicoattive il cui utilizzo è controllato o limitato per legge. Questo è un'area caratterizzata da dati limitati sull'utilizzo, con rischi e possibili danni in gran parte sconosciuti, e dove sostanze psicotrope altamente potenti sono motivo di seria preoccupazione. Nel caso di miscele da fumare contenenti cannabinoidi sintetici possono esserci notevoli variazioni sia qualitative che quantitative.
I produttori di cannabinoidi sintetici cercano di aggirare le leggi per il controllo delle droghe e delle sostanze psicoattive sintetizzando sempre nuove molecole o commercializzandole con l'indicazione «Non per uso umano».[2] Alcuni prodotti basati su cannabinoidi sintetici vengono venduti come miscele di erbe con i marchi “Spice”, “Spice Gold”, "Spice Diamond", "Arctic Spice", "Silver", "Aroma", "K2", "Genie", "Scene" o "Dream" e pubblicizzati come prodotti a base di incenso, pot-pourri di erbe da meditazione, additivi per il bagno o deodoranti per ambienti.[3][4][5]
I cannabinoidi sintetici iniziarono a essere prodotti e venduti all'inizio degli anni 2000. Dal 2008 al 2016, sono stati segnalati al Osservatorio europeo di monitoraggio delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) 169 agonisti sintetici dei recettori dei cannabinoidi.[1]
Gli effetti negativi sulla funzione cerebrale segnalati includono: agitazione e irritabilità, allucinazioni, deliri, psicosi, pensieri suicidi, comportamento violento, confusione, scarsa coordinazione e concentrazione, convulsioni, sonnolenza e vertigini.[6][7] Possono essere conseguenti altri problemi di salute quali: problemi respiratori o gastrointestinali, attacco di cuore, tachicardia, ipertensione arteriosa, ictus, insufficienza renale, danni muscolari.[2][8][9][10][11] Sono stati segnalati anche casi di forte compulsione a ripetere la dose, sintomi di astinenza e desiderio persistente.[12][13] Sono stati registrati diversi decessi legati ai cannabinoidi sintetici. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno scoperto che il numero di decessi dovuti all'uso di cannabinoidi sintetici è triplicato tra il 2014 e il 2015.[14] Nel 2018, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha avvertito dei rischi significativi per la salute derivanti dai cannabinoidi sintetici prodotti che contengono il veleno per topi brodifacoum, che viene aggiunto perché si ritiene prolunghi la durata degli effetti dei farmaci. Da questa contaminazione sono derivate malattie gravi e morte.[15]
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