Carlo Tenivelli (Torino, 28 settembre 1754 – Moncalieri, 12 agosto 1797) è stato uno storico e poeta italiano.
Tenivelli fu uno dei più importanti esponenti della cultura piemontese sotto il regno di Vittorio Amedeo III di Savoia. Professore all'Università di Torino, titolare della cattedra di "umanità e retorica", il Tenivelli fu poeta fecondo: presso la Biblioteca Reale di Torino sono conservati numerosi suoi sonetti e altre poesie d'occasione. Ma è soprattutto come storico che Carlo Tenivelli viene ricordato, essendo autore delle voluminose Biografie Piemontesi, in cinque libri.
Stimato dalla popolazione di Moncalieri, dove risiedeva (ma la sua famiglia era di San Giorgio Canavese), Tenivelli fu suo malgrado protagonista dei moti per il grano che sconvolsero il Piemonte nel luglio del 1797: il popolo lo mise alla testa della rivolta che scoppiò a Moncalieri il 25 luglio.[1] Quando i soldati del generale Colli-Ricci entrarono in città per ripristinare l'ordine, Tenivelli trovò rifugio a Torino. Nella capitale, però, venne tradito da un amico e consegnato ai soldati.
Fu fucilato in piazza a Moncalieri, insieme ai capi degli insorti. In una straziante lettera indirizzata alla sorella Angiolina,[2] Tenivelli le raccomandò tutti i suoi libri, e specialmente la storia di Moncalieri, che egli stava redigendo e che era ancora incompiuta.
La città di Torino gli ha dedicato una via nel quartiere San Donato.