Savoia | |
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fert Di rosso alla croce d'argento. | |
Stato | Contea di Savoia |
Titoli | |
Fondatore | Umberto Biancamano |
Ultimo sovrano | Umberto II |
Attuale capo | disputa dinastica |
Data di fondazione | 1003 |
Data di deposizione | 18 giugno 1946[N 1] |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | → vedasi sezione |
La Casa Savoia è una tra le più antiche dinastie d'Europa, attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio del Regno di Borgogna. Nel secolo successivo la famiglia venne infeudata della Contea di Savoia, elevata poi a ducato nel XV secolo. A partire dal 1485 la casata impose la propria rivendicazione delle corone dei regni crociati di Cipro, Gerusalemme e Armenia[1] sebbene sul primo di questi regnasse Caterina Corner.
Nel XVI secolo i Savoia spostarono i propri interessi territoriali ed economici dalle regioni alpine verso la penisola italiana (come testimoniato dallo spostamento della capitale del ducato da Chambéry a Torino nel 1563). Agli inizi del XVIII secolo, a conclusione della guerra di successione spagnola, ottennero l'effettiva dignità regia, dapprima sul Regno di Sicilia (1713) e poi, a seguito di una permuta, su quello di Sardegna (1720). Secondo la successione giacobita, nel 1807 re Carlo Emanuele IV di Savoia ereditò inoltre dall'ultimo principe Stuart, il cardinale Enrico Benedetto Stuart, i diritti di pretensione ai troni di Inghilterra, Scozia e Irlanda, oltre che di Francia, ma nessun sovrano sabaudo fece uso dei titoli finché restarono nella Casa.
Nel XIX secolo, con Carlo Alberto e soprattutto Vittorio Emanuele II di Savoia, il casato si pose a capo del movimento di unificazione nazionale italiano, che condusse alla proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861. Da questa data e fino al giugno del 1946, quando il referendum sulla forma istituzionale dello Stato sancì l'abolizione della monarchia in favore della repubblica, Casa Savoia fu la famiglia reale d'Italia. Al di fuori della penisola italiana, il duca Amedeo di Savoia-Aosta fu inoltre re di Spagna dal 1870 al 1873, con il nome di Amedeo I di Spagna.
Durante il regime totalitario di Benito Mussolini, la dinastia ottenne formalmente con Vittorio Emanuele III le corone di Etiopia (1936) e di Albania (1939) in unione personale, e nel 1941, col duca Aimone di Savoia-Aosta, anche la corona di Croazia. Questi ultimi titoli cessarono tuttavia nel 1943, in seguito alla caduta del fascismo in Italia e all'armistizio di Cassibile.
Il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 sancì l'abolizione della monarchia in Italia, con il conseguente esilio di Umberto II e della sua famiglia in Portogallo. Nel 1947 la XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana dispose l'esilio degli ex re e dei loro discendenti maschi.[2]
Nel 2002, in vista della cancellazione della XIII disposizione, Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia giurarono per iscritto «fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro presidente della Repubblica».[3] Nel 2003 i discendenti maschi di re Umberto II poterono rientrare in Italia.
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