La locuzione centro-destra nell'ambito della politica italiana indica le alleanze elettorali e di governo tra i partiti di centro e i partiti di destra.
La locuzione centro-destra comparve per la prima volta in Italia attorno al 1850, in seguito all'operazione detta del "connubio" operata da Camillo Benso, conte di Cavour nel Parlamento del Regno di Sardegna, che di lì a pochi anni sarebbe diventato il Parlamento del Regno d'Italia. L'operazione del "connubio" consisteva nel favorire un'alleanza politica fra la parte più progressista della Destra storica, il cosiddetto centro-destra, di cui il Cavour stesso era capo, e l'ala più moderata della Sinistra storica, il centro-sinistra, con a capo Urbano Rattazzi. Si è sostenuto che questa manovra politica contenesse in sé i fondamenti del trasformismo.
Con il termine centro-destra si è poi indicato, a partire dagli ultimi anni cinquanta, una formula di governo fondata sull'alleanza tra le forze di centro e della destra moderata (Democrazia Cristiana per quanto riguarda l'ambito centrista, Partito Liberale Italiano e Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica per quanto riguarda la destra), oltre ad indicare la collocazione di alcuni governi retti dalla Democrazia Cristiana, come il Governo Segni II e il Governo Tambroni, dei quali soltanto il primo ottenne l'appoggio esterno di liberali e monarchici ma entrambi si sostennero grazie a quello del neofascista Movimento Sociale Italiano.
Dal 1994 il termine centro-destra si riferisce alle coalizioni guidate da Silvio Berlusconi tra cui Polo delle Libertà (1994-1995), Polo per le Libertà (1995-2000) e Casa delle Libertà (2000-2008).[1]
Attualmente la coalizione comprende Fratelli d'Italia, la Lega, Forza Italia ed altri partiti minori, tra i quali Noi con l'Italia, Coraggio Italia, Italia al Centro, l'Unione di Centro, Rinascimento e Verde è Popolare, e si trova al governo a seguito dell'esito delle elezioni del 2022, che hanno portato alla nascita di un esecutivo presieduto da Giorgia Meloni.