Chairil Anwar (Medan, 26 giugno 1922 – Giacarta, 28 aprile 1949[1]) è stato un poeta, scrittore ed annunciatore radiofonico indonesiano.
Conosciuto anche come "Si Binatang Jalangu" ("L'animale selvaggio", da un verso della sua poesia Aku), fu membro prominente della corrente letteraria dei "Angkatan 45" (Generazione del '45), che prende il nome dal periodo che comincia con la dichiarazione d'Indipendenza dell'Indonesia nel 1945 e ha termine con la cessione della sovranità dell'arcipelago dai Paesi Bassi al nuovo governo indonesiano del presidente Sukarno[2]. Dopo aver pubblicato la prima poesia nel 1942, Anwar continuò a scrivere, nonostante i suoi lavori fossero spesso censurati dai giapponesi che al tempo occupavano l'Indonesia. Visse una vita da ribelle, scrivendo fino alla morte, che lo colse all'età di 27 anni per una malattia sconosciuta. Si stima che Chairil compose 96 opere, tra cui 75 poesie, 7 opere di prosa e 3 raccolte poetiche.
Descritto dai suoi amici come testardo e scorbutico, sapeva essere comunque sensibile alla sua maniera, nonostante la sua arroganza e la sua maleducazione lo rendevano una persona difficile da comprendere o con cui convivere. Vivendo senza preoccupazioni rispetto a ciò che accadeva attorno e rifiutando qualsiasi tipo di autorità, dall'animo ribelle e venendo anche accusato di plagio su alcune delle sue opere, Chairil Anwar adottò uno stile unico, nel quale si possono apprezzare i temi ricorrenti della morte e di tutto ciò che la riguarda, dell'individualismo e dell'esistenzialismo, spesso espressi in modi volutamente ambigui. Influenzato dalla poetica estera, Anwar scrive con un linguaggio colloquiale e popolare, usando una sintassi originale, che in seguito sarà alla base dello sviluppo della lingua indonesiana.