Chelsea Manning | |
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Manning al Web Summit di Rio de Janeiro nel 2023 | |
Nascita | Crescent, 17 dicembre 1987 |
Dati militari | |
Paese servito | Stati Uniti |
Forza armata | esercito degli Stati Uniti d'America |
Specialità | intelligence |
Unità | 10th Mountain Division |
Anni di servizio | 2007 - 2013 |
Grado | Soldato scelto |
Guerre | guerra in Iraq |
Decorazioni | National Defense Service Medal Medaglia di servizio - Guerra Globale al Terrorismo Army Service Ribbon |
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Chelsea Elizabeth Manning, nata Bradley Edward Manning[1] (Crescent, 17 dicembre 1987), è un'attivista ed ex militare statunitense. Accusata di aver trafugato decine di migliaia di documenti riservati mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq, e di averli consegnati all'organizzazione WikiLeaks, è stata arrestata, imputata di svariati reati contro la sicurezza nazionale e detenuta in condizioni considerate lesive dei diritti umani[2].
Il suo caso ha suscitato un acceso dibattito in quanto quei dossier riguardavano l'omicidio di diversi civili iracheni disarmati da parte dell'esercito americano.
Nel 2013 è stata condannata a 35 anni di carcere per spionaggio e altri reati associati; il 22 agosto 2013, il giorno dopo la sentenza, l'avvocato di Manning ha rilasciato un comunicato stampa al Today Show annunciando che la sua cliente si riconosceva nel genere femminile e chiedeva di essere chiamata con il suo nuovo nome di Chelsea e con pronomi femminili.
Scarcerata, dopo sette anni e quattro mesi, il 17 gennaio 2017 per grazia del presidente uscente Barack Obama, è ritornata in carcere dall'8 marzo 2019 per aver rifiutato di testimoniare davanti a un Grand jury a proposito di WikiLeaks, uscendo nuovamente di prigione il 12 marzo 2020.