In araldica la cicogna simboleggia la pietà filiale, come ritenuto dai Romani e dai Greci, che la consacrarono a Giunone.[1] I Romani chiamarono lex ciconiaria, dal suo nome, la legge che imponeva ai figli l'obbligo di assistere i vecchi genitori. Quando porta in bocca l'origano è simbolo di medicina, perché si credeva che tale pianta rendesse la salute. È anche intesa come simbolo di alta virtù perché nota come accanita distruttrice di serpi, che a loro volta rappresentano i vizi dell'umanità.
Nelle rappresentazioni araldiche è talora confusa con la gru, dalla quale si differenzia per la lunghezza del becco o, secondo altri[2], per non avere la zampa destra levata e per portare il collo alquanto indietro (ritirato). Abitualmente è rappresentata con il collo ritirato.