Clonazione dei capelli

Gli attuali trattamenti per la perdita dei capelli consistono principalmente nell'assunzione di farmaci ormonali, al fine di prevenire l'avanzare della calvizie, e nelle operazioni di trapianto di capelli, attuabile attraverso due tecniche: la tecnica FUT (Follicular unit Transplants), detta anche tecnica STRIP, consistente nella rimozione di una striscia della zona donatrice; la tecnica FUE (Follicular Unit Extraction), consistente nell'estrazione delle singole unità follicolari dalla zona donatrice.

Sebbene tali tecniche siano in grado di ridare una parvenza di folta chioma, nella sostanza esse si concretano nella redistribuzione dei capelli presenti sullo scalpo del paziente. Difatti, il risultato di un intervento di autotrapianto è fortemente correlato sia all'estensione della calvizie, sia alla zona donatrice (rappresentata dalle zone parietali e dalla zona nucale) del paziente, dalla quale verranno prelevate le unità follicolari: una calvizie estesa ed una zona donatrice esigua possono compromettere l'esito dell'intervento, limitando considerevolmente i risultati ottenibili dal paziente.

La clonazione dei capelli (o moltiplicazione dei capelli) è una nuova promettente tecnica sotto sviluppo per contrastare la perdita dei capelli. Milioni di dollari sono stati investiti nella ricerca in questo campo da Atarands, ma allo stato attuale non sono stati effettuati ulteriori investimenti. Gli esperti in precedenza hanno sostenuto che in caso di calvizie completa, i follicoli sono completamente assenti nello scalpo, sicché essi non possono essere rigenerati. Negli ultimi anni tuttavia si è scoperto che in realtà i follicoli non sono del tutto assenti in quanto vi sono cellule staminali nel cuoio capelluto calvo da cui nascono naturalmente i follicoli. La spiegazione di un tale anomalo comportamento risiederebbe nella carenza di cellule progenitrici in queste aree.

L'idea di base della clonazione dei capelli è che le cellule follicolari sane o papille dermiche possano essere estratte dalle aree non calve e non soggette alle perdita dei capelli del paziente, quindi moltiplicate (clonate) con vari metodi di coltura, in modo da ottenere nuove cellule che possano essere iniettate nelle zone calve e produrre capelli. Questa tecnica è tuttavia ancora in fase di sperimentazione e non è ancora utilizzata ufficialmente nelle cliniche.


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