Clorofilla | |
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Nomi alternativi | |
Clorofilla | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C55H72O5N4Mg |
Massa molecolare (u) | 893,49 |
Aspetto | verde, liquido |
Numero CAS | (clorofilla a) |
Numero EINECS | 215-800-7 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Temperatura di fusione | 150 °C - 153 °C |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
La clorofilla (dal greco χλωρός, chloros = verde e φύλλον, phyllon = foglia) è un pigmento isolato nel 1817 da Joseph Bienaimé Caventou e Pierre-Joseph Pelletier. Di colore verde,[2] è presente nei grani dei cloroplasti delle cellule vegetali, o negli organismi procarioti che realizzano la fotosintesi clorofilliana. La struttura della molecola è caratterizzata dalla presenza di un eterociclo porfirinico, al centro del quale è coordinato uno ione magnesio (l'atomo in verde nell'illustrazione).
Negli eucarioti non sono presenti clorofille, ma considerando quelle dei cianobatteri plastidiali degli archeplastidi ("piante") si potrebbe impropriamente dire siano presenti due diversi tipi di clorofilla:
Altri pigmenti minoritari sono i carotenoidi, che assorbono un ampio spettro della luce blu e che riflettono la luce arancio.
Le piante appaiono verdi, poiché le lunghezze d'onda del verde sono le meno assorbite dai cianobatteri plastidiali delle piante. Le clorofille degli altri eubatteri (come i cianobatteri a vita libera e molti proteobatteri) sono leggermente diverse.