La colonia della corona britannica (in inglese Crown colony), nota anche nel XVII secolo come colonia reale (in inglese: Royal colony), è stato un tipo di amministrazione coloniale del Regno di Gran Bretagna prima e dell'Impero britannico poi.[1][2]
Le colonie della corona, o reali, erano amministrate da un governatore nominato dal monarca. Dalla metà del XIX secolo, il sovrano nominò i governatori reali su consiglio del Segretario di Stato per le Colonie.[3] La prima "Colonia reale" (quelle che sarebbero poi diventate note come Colonie della corona) fu la Colonia della Virginia, negli attuali Stati Uniti, dopo che la Corona ne assunse il controllo dalla Virginia Company nel 1624.[4]
Fino alla metà del XIX secolo, l'espressione "colonia della corona" era soprattutto utilizzata per riferirsi a quelle colonie che erano state ottenute attraverso le guerre, come Trinidad e Tobago[5] e la Guyana britannica, ma in seguito trovò diffusione più ampia, venendo applicato ad ogni colonia ad eccezione dell'India britannica e delle colonie di insediamento, come l'Alto e il Basso Canada, Terranova, il Nuovo Galles del Sud, il Queensland, l'Australia Meridionale, la Tasmania, Victoria, l'Australia Occidentale e la Nuova Zelanda, che sarebbero più tardi diventati i dominion britannici.[6]
L'espressione continuò ad essere utilizzata fino al 1981, quando la nuova legge sulla nazionalità britannica (British Nationality Act) riclassificò le rimanenti colonie britanniche come "Dipendenze britanniche" ("British Dependent Territories"). Dal 2002 questi sono noti come "Territori britannici d'oltremare" ("British Overseas Territories").[7]