Colpo di Stato in Cile del 1973 parte della guerra fredda | |||
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Il Palacio de La Moneda sotto i bombardamenti | |||
Data | 11 settembre 1973 | ||
Luogo | Cile | ||
Causa | Vittoria della coalizione dell'Unità Popolare alle elezioni presidenziali del 1970. | ||
Esito | Rovesciamento del governo di Salvador Allende Inizio della dittatura militare di Augusto Pinochet | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Voci di colpi di Stato presenti su Wikipedia | |||
Il colpo di Stato in Cile del 1973 fu il rovesciamento del governo democraticamente eletto presieduto da Salvador Allende da parte dell'esercito e della polizia nazionale, avvenuto l'11 settembre 1973. Evento fondamentale della storia del Cile, il colpo di Stato è assurto a simbolo della guerra fredda e dell'ingerenza degli Stati Uniti d'America nelle questioni interne dei paesi dell'America Latina.
La catena di eventi che determinò il colpo di Stato ha origine nel risultato delle elezioni presidenziali del 1970 che vide prevalere, se pur di poco, la coalizione di sinistra dell'Unità Popolare sulla coalizione di destra composta da Partito Nazionale e Democrazia Cristiana, segno di un elettorato fortemente polarizzato. In accordo con la costituzione del 1925, il Congresso risolse la situazione di stallo creatasi con il risultato del voto tra Salvador Allende (con il 36,3%), il conservatore (ed ex presidente) Jorge Alessandri Rodríguez (35,8%), e il cristiano-democratico Radomiro Tomic (27,9%), votando per l'approvazione della maggioranza relativa ottenuta da Allende.
Diversi settori della società cilena continuavano a opporsi alla sua presidenza, così come gli Stati Uniti che esercitarono una pressione diplomatica ed economica sul governo. L'11 settembre 1973 le forze armate cilene rovesciarono Allende, che morì durante il colpo di Stato. Una giunta militare guidata da Augusto Pinochet prese il potere.