Comunismo

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Karl Marx e Friedrich Engels, i principali teorici del comunismo ottocentesco di matrice marxista.
Falce e martello, dai primi anni del XX secolo simbolo internazionale del comunismo di matrice marxista, rappresentano l'unità fra i lavoratori delle città (martello) e quelli delle campagne (falce)

Il comunismo (dal francese communisme, derivato da commun "comune"[1][2]) è un'ideologia politica, intesa come sistema di valori e di idee economiche, filosofiche, sociali e politiche miranti alla creazione di una società comunista, ovvero una società egualitaria caratterizzata dall'abolizione delle classi sociali, dalla proprietà pubblica dei mezzi di produzione (collettivizzazione)

Il comunismo, teorizzato per la prima volta in modo sistematico nel XIX secolo dai due pensatori tedeschi Karl Marx e Friedrich Engels, subì diverse trasformazioni e interpretazioni in base al tempo e al luogo in cui venne rielaborato e in cui ci fu il tentativo di raggiungerlo. Engels lo definì come "la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato" ne I principi del comunismo del 1847.[3]

All'interno del comunismo coesistono numerose correnti di pensiero come l'anarco-comunismo e il marxismo. A sua volta, da quest'ultima elaborazione dell'ideologia comunista (la più fortunata a partire dalla seconda metà del XIX secolo) ne sono derivato diverse altre, come il leninismo, il trockismo, il maoismo, il marxismo-leninismo, il consiliarismo, il revisionismo, il marxismo occidentale.

  1. ^ comunista¹ in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  2. ^ Ricerca | Garzanti Linguistica, su garzantilinguistica.it. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  3. ^ Friedrich Engels, I principi del comunismo, 1914, p. 1.

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