Conflitto nordirlandese | |
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Mappa dell'isola d'Irlanda suddivisa politicamente tra l'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda. | |
Data | 1968-1998 |
Luogo | Irlanda del Nord |
Casus belli | Tensioni e scontri sociali tra cattolici nazionalisti repubblicani irlandesi e protestanti dell'Ulster unionisti e lealisti |
Esito | Cessazione della lotta armata con l'accordo del Venerdì Santo |
Schieramenti | |
Comandanti | |
Perdite | |
1841 civili nordirlandesi morti | |
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Il conflitto nordirlandese (in inglese The Troubles; in irlandese Na Trioblóidí, ovvero "I disordini")[N 1] fu un conflitto settario che si svolse tra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni novanta in Irlanda del Nord, che vide scontrarsi la comunità cattolica, legata alle idee nazionaliste e repubblicane, e i protestanti dell'Ulster, che si identificavano nell'unionismo o nel lealismo. Le tensioni videro come protagoniste varie organizzazioni paramilitari: tra i repubblicani dominavano l'Irish Republican Army, tra gli unionisti l'Ulster Volunteer Force e l'Ulster Defence Association; a queste si aggiunsero le autorità statali britanniche e irlandesi.[1] Gli effetti del conflitto si allargarono anche in Regno Unito e nella vicina Repubblica d'Irlanda e causò oltre 3500 morti da ambo le parti. I paramilitari repubblicani furono responsabili del 60% delle vittime, i lealisti del 30% e le forze di sicurezza britanniche del 10%.[2]
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