Cristoforo Fabretti da Fiume, detto Sfrisà (Fiume Veneto, ... – Ferrara, 22 agosto 1575), è stato un gabelliere veneziano.
Odiatissimo dal popolo, fu il principale appaltatore dei dazi a Ferrara e nelle zone limitrofe. Personificazione del proverbio "il fine giustifica i mezzi", non si fece scrupoli nell'esigere spietatamente le imposte indirette sulle merci, denaro anticipato in precedenza al signore (la riscossione dei tributi veniva affidata a soggetti privati, spesso forestieri). Inasprì la legislazione riguardate i diritti di pesca, tassò qualsiasi tipo di scambio tra privati e fu solito sottoporre i concittadini a feroci angherie: non furono rari i casi di minaccia o persino di rappresaglia armata. L'attività del Fiumano come pubblico funzionario della signoria ferrarese inizia nel 1558, durante il mandato di Ercole II d'Este, continuerà fino al giorno della sua morte, nell'estate del 1575, nella Ferrara di Alfonso II.
Il Favretti (altra versione del cognome), guadagnò la sua pessima reputazione quando viveva ancora a nord del fiume Po, fu proprio un veneziano esasperato a sfregiargli il volto con un colpo d'arma bianca, garantendogli nel ferrarese la nomea di "Sfrisà", ossia "graffiato" o "sfregiato", nel dialetto locale.