Decapitazione

Decapitazione per mezzo di una spada, dalla Cosmographia universalis del cartografo tedesco Sebastian Münster (1544)

Con decapitazione o decollazione si definisce il taglio della testa di un individuo, sia esso vivo, con lo scopo di sopprimerlo, oppure già cadavere.

Numerosi studiosi si sono dedicati a questo tema, giungendo a classificare i casi di decapitazione in tre sottocategorie: decapitazione sacra, decapitazione profana e decapitazione magica.[1]

La sottocategoria più antica, la decapitazione sacra, è stata sovente applicata sia come metodo di esecuzione capitale[2] sia come pratica a scopo propiziatorio. Un esempio calzante a tal proposito è il mito di Ifigenia condannata a subire la decapitazione per volere di Artemide ma poi salvata dalla dea stessa.[3] Tracce dell'analogo significato della decapitazione sono state rinvenute tra le fonti celtiche e in tempi più recenti tra i Bagobo presso i quali la decapitazione del nemico e la danza attorno alla sua testa esposta al pubblico costituivano un rito propiziatorio per il raccolto.[4]. Invece per decapitazione profana si intende il trattamento riservato presso molti popoli al nemico ucciso. Infine con decapitazione magica si fa riferimento sempre alla decapitazione del nemico sconfitto ma in questo caso il trofeo viene conservato per servirsene a scopo d'oracolo o premonizioni.[5]

  1. ^ Ranzato F., Perversione umana, Edizioni mediterranee, 1983, p. 20.
  2. ^ decapitare, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Lucrezio, De rerum natura, I, 80.
  4. ^ Frazer J.C, il ramo d'oro, Torino, Boringhieri, 1965.
  5. ^ Jung, Il simbolismo della messa, Boringhieri.

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