La Democrazia Cristiana (abbreviata in DC e soprannominata "Scudo Crociato") è stato un partito politico italiano di ispirazione democratico-cristiana e moderata, fondato nel 1943 e attivo per quasi 51 anni, sino al 1994[13].
Il partito ha avuto un ruolo cardine nel secondo dopoguerra italiano e nel processo di integrazione europea per tutta la seconda metà del dopoguerra sino al suo scioglimento nel 1994. Esponenti democristiani hanno fatto parte di tutti i governi italiani dal 1944 al 1994, (dal governo Badoglio II fino al governo Ciampi) esprimendo quasi ogni volta il presidente del Consiglio dei ministri (Giulio Andreotti ad esempio ha presieduto 7 governi), per cinque volte il presidente della Repubblica (Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga ed Oscar Luigi Scalfaro). La DC è sempre stata il primo partito alle consultazioni politiche per 48 anni, dal 1946 (per l'Assemblea Costituente) fino allo scioglimento decretato il 18 gennaio 1994, con la sola eccezione delle elezioni europee del 1984[14] in cui prevalse il Partito Comunista Italiano.
Simbolo del partito era uno scudo al cui interno vi era una croce latina, sull'elemento orizzontale della quale vi era il motto latino Libertas. Dopo le elezioni politiche del 1948 iniziò la fase del cosiddetto centrismo degasperiano, contraddistinta dall'alleanza con il PRI, il PSDI e il PLI. Nei primi anni sessanta Amintore Fanfani e Aldo Moro negoziarono un accordo politico con il Partito Socialista Italiano di Pietro Nenni, allontanatosi dalla sfera sovietica in seguito all'invasione dell'Ungheria. Nel 1976 Aldo Moro si fece promotore del cosiddetto "compromesso storico", cioè una collaborazione con il PCI di Enrico Berlinguer; questo disegno politico ebbe termine in seguito all'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.
Gli anni ottanta furono caratterizzati dalla coalizione del Pentapartito e dal difficoltoso rapporto tra Bettino Craxi, leader socialista, e Ciriaco De Mita, segretario democristiano, nonché dal cosiddetto "CAF", l'alleanza cioè tra Craxi, Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani in contrapposizione a De Mita. Negli primi anni novanta, in seguito alla fine della guerra fredda e alle inchieste di Tangentopoli, la DC entrò in una forte crisi che determinò lo scioglimento del partito da parte di Mino Martinazzoli e la nascita del Partito Popolare Italiano il 18 gennaio del 1994.
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