Destino manifesto

Questo dipinto di John Gast (1872 circa) intitolato Progresso americano è una rappresentazione allegorica del Destino manifesto. Nella scena, una donna angelica (talvolta identificata come Columbia, una personificazione degli Stati Uniti d'America del XIX secolo) porta la luce della "civilizzazione" verso ovest assieme ai coloni statunitensi, che stendono i cavi del telegrafo durante il viaggio. Gli indiani d'America e gli animali selvatici scappano (o aprono la strada) nel buio del West "incivilizzato".

Destino manifesto (in inglese Manifest destiny) è una espressione che indica la convinzione che gli Stati Uniti d'America abbiano la missione di espandersi, diffondendo la loro forma di libertà e democrazia. I sostenitori del destino manifesto credevano che l'espansione non fosse solo buona, ma che fosse anche ovvia ("manifesta") e inevitabile ("destino"). Nel corso XIX secolo l'espressione destino manifesto divenne un termine storico standard, spesso usato come sinonimo dell'espansione degli Stati Uniti d'America attraverso il Nord America e verso l'Oceano Pacifico.

Il destino manifesto fu sempre un concetto generale più che una specifica politica. Il termine combinava un credo nell'espansionismo con altre idee popolari dell'epoca, compresi l'eccezionalismo americano, il nazionalismo romantico e un credo nella naturale superiorità di quella che allora veniva chiamata la "razza anglosassone". Mentre molti autori, quando discutono del destino manifesto, si concentrano principalmente sull'espansionismo statunitense, altri lo vedono in termini di una più ampia espressione di un credo nella "missione" degli USA nel mondo, che ha significato cose differenti per persone differenti nel corso degli anni.

Questa varietà di significati possibili venne riassunta da Ernest Lee Tuveson, che scrisse: «Un vasto complesso di idee, politiche e azioni è compreso nella frase 'Destino manifesto'. Queste non sono, come dovremmo aspettarci, tutte compatibili, né provengono da un'unica fonte.»[1].

La frase "destino manifesto" venne all'inizio usata principalmente dai sostenitori della democrazia jacksoniana negli anni 1840, per promuovere l'annessione di buona parte di quelli che oggi sono gli Stati Uniti d'America occidentali (il Territorio dell'Oregon, l'Annessione texana e la Cessione messicana) a partire dalla presidenza di James Knox Polk.

Il termine venne riesumato negli anni 1890, questa volta dai sostenitori repubblicani, come giustificazione teorica per l'espansione statunitense al di fuori del Nord America. Il termine cadde in disuso tra i politici statunitensi nel XX secolo, ma alcuni commentatori ritengono che alcuni aspetti del destino manifesto, in particolare il credo in una "missione" statunitense per promuovere e difendere la democrazia in tutto il mondo, continui ad avere un'influenza sull'ideologia politica statunitense[2].

  1. ^ Citazione di Tuveson, p. 91.
  2. ^ Manifest Destiny: American Expansionism and the Empire of Right di Stephanson, esamina l'influenza del destino manifesto nel XX secolo, in particolare nella forma articolata da Woodrow Wilson e Ronald Reagan.

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