Diana

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Statua di Diana/Artemide con un capriolo, copia romana di originale ellenistico. Parigi, museo del Louvre

Diana è una dea italica, latina e romana, signora delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice delle donne, cui assicurava parti non dolorosi, e dispensatrice della sovranità. Spesso questa dea romana si fa corrispondere alla dea Artemide della mitologia greca, ma secondo alcuni studiosi la fusione fra le due figure avvenne solo in un secondo momento.[1] Artemide-Diana, dea della caccia, della verginità, del tiro con l'arco, dei boschi e della Luna, durante il sincretismo religioso dell'età imperiale venne ulteriormente identificata con altre divinità femminili orientali.

Secondo la leggenda, Diana - giovane vergine abile nella caccia, irascibile quanto vendicativa - era amante della solitudine e nemica dei banchetti; era solita aggirarsi in luoghi isolati. In nome di Amore aveva fatto voto di castità e per questo motivo si mostrava affabile, se non addirittura protettiva, solo verso chi - come Ippolito e le ninfe che promettevano di mantenere la verginità - si affidava a lei.

Diana è gemella di Apollo (o Febo) ed è figlia di Giove e Latona.

Paolo Farinati, Diana, 1590 circa, affresco, Villa Nichesola-Conforti, Ponton di Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona).
  1. ^ Diana, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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