Difesa est-indiana

Difesa est-indiana
abcdefgh
8
a8 torre del nero
b8 cavallo del nero
c8 alfiere del nero
d8 donna del nero
e8 re del nero
h8 torre del nero
a7 pedone del nero
b7 pedone del nero
c7 pedone del nero
d7 pedone del nero
e7 pedone del nero
f7 pedone del nero
g7 alfiere del nero
h7 pedone del nero
f6 cavallo del nero
g6 pedone del nero
c4 pedone del bianco
d4 pedone del bianco
c3 cavallo del bianco
a2 pedone del bianco
b2 pedone del bianco
e2 pedone del bianco
f2 pedone del bianco
g2 pedone del bianco
h2 pedone del bianco
a1 torre del bianco
c1 alfiere del bianco
d1 donna del bianco
e1 re del bianco
f1 alfiere del bianco
g1 cavallo del bianco
h1 torre del bianco
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Mosse  1.d4 Cf6

  2.c4 g6
  3.Cc3 Ag7

Codice ECO E60 - E99
Evoluzione di Difesa indiana
Sinonimi Difesa indiana di re

La difesa est-indiana, detta anche difesa indiana di re, è una delle più comuni aperture degli scacchi adottabili dal Nero in risposta alla mossa del bianco 1.d4, caratterizzata dalle mosse iniziali:

 1.d4 Cf6
 2.c4 g6
 3.Cc3 Ag7

Lo scopo principale della difesa è cercare di chiudere il centro per contrattaccare sul lato di re, mentre il bianco solitamente attaccherà sul lato di donna. L'esperienza dice che questa difesa dà maggiori possibilità al bianco, ma questo accade anche in altre aperture, dato che il fatto di muovere per primo lascia sempre al bianco, a gioco corretto, un certo vantaggio.

Come nelle altre difese indiane, come la difesa Grünfeld, la difesa ovest-indiana e la difesa nimzo-indiana, il Nero permette in un primo momento al Bianco di occupare il centro, per poi cercare di scardinarlo tramite le spinte di rottura...e5 oppure...c5, supportate dall'azione dell'alfiere in fianchetto.

Tra i primi ad adottare questo impianto vi furono Frederick Yates e Richard Réti. Le diedero notevoli contributi diversi giocatori della scuola sovietica, tra cui David Bronstein, Isaak Boleslavs'kyj e Juchym Heller [1] . Nel suo celebre libro Neuhausen-Zurigo 1953, Bronštejn ha scritto:

«Negli ultimi quindici anni la difesa est-indiana è stata giocata in Unione Sovietica solo da qualche giocatore che desiderava evitare le varianti iper-analizzate e passive del gambetto di donna rifiutato: non era praticamente mai adottata al di fuori delle nostre frontiere. È stata impiegata solo due volte nelle cinquanta partite del torneo per il campionato del mondo del 1948. Per contro, qui a Zurigo un terzo delle partite iniziate con 1.d4 sono diventate delle est indiane, e i giocatori stranieri vi hanno fatto ricorso tanto frequentemente quanto i sovietici.»

Questa apertura, dagli svolgimenti spesso molto complessi sia dal punto di vista strategico che tattico, è stata una delle armi principali nelle mani di molti campioni, tra cui Michail Tal', Bobby Fischer e Garri Kasparov.

  1. ^ Michail Botvinnik ha detto di lui: «Non abbiamo mai capito veramente l'est-indiana fino a quando non è arrivato Efim Geller».

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