Dinastia costantiniana

Dinastia costantiniana
Questo affresco romano ricopriva il soffitto del palazzo imperiale di Crispo, sito a Treviri. L’opera, ricostruita nel 1980, è oggi esposta nel Museo Episcopale di Treviri. Trovandosi nel Palazzo di Crispo, è probabile che questo affresco rappresenti membri della dinastia costantiniana. Crispo era infatti figlio di Costantino I e della prima moglie Minervina, e fu fatto uccidere perché accusato di adulterio con Fausta, seconda moglie di suo padre e Augusta dell’impero romano; il volto abraso sarebbe proprio quello di Crispo, colpito da damnatio memoriae. La figura centrale si distingue per un’acconciatura imperiale, che ricorda quella di un busto di Fausta stessa ad Arles. Potrebbe anche trattarsi di Elena, madre di Costantino I e Augusta dell’impero romano. Infine potrebbe trattarsi di un’altra Elena, moglie di Crispo. Capostipite della dinastia fu Costanzo Cloro, padre di Costantino I, ma la Historia Augusta narra che la gens risale all’imperatore Claudio il Gotico. Membri della dinastia furono anche Costantino II, Costanzo II, Costante I, figli di Costantino I, e Giuliano suo nipote, altrettanti Augusti dell’impero romano.
dal 293 al 363
PredecessoreTetrarchia di Diocleziano
SuccessoreGioviano

La dinastia costantiniana o neo-flavia consiste in una serie di figure importanti che governarono l'Impero romano nella prima metà del IV secolo, dall'ascesa al trono di Diocleziano nel 284 alla morte di Giuliano nel 363. La dinastia prende il nome dal suo rappresentante più importante, Costantino I. La Historia Augusta racconta che avo di Costanzo Cloro fosse stato l'imperatore Claudio il Gotico (268-270).[1] Alessandro Barbero, nel suo recente libro su Costantino[2], dimostra però in modo convincente come la discendenza da Claudio il Gotico sia un falso, e in tutta probabilità opera della propaganda costantiniana in un momento successivo alla rottura di Costantino con l'augusto Massimiano, suo suocero, quindi a partire dal 309-310. Barbero sottolinea come questa propaganda ebbe notevole successo, trovando spazio non solo in opere adulatorie, come la Vita Constantini di Eusebio di Cesarea, ma pure nelle orazioni e negli scritti di Giuliano, suo nipote, quindi a decenni di distanza.

  1. ^ Historia Augusta, Divus Claudius, 1.1 e 2.8.
  2. ^ Edoardo Manarini, Alessandro Barbero, “Costantino il Vincitore”, in Storicamente, vol. 14, 23 maggio 2018, DOI:10.12977/stor703. URL consultato il 17 gennaio 2024.

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