Dioniso | |
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Dioniso, statua in bronzo di età adrianea (117-138 d.C.) - Palazzo Massimo alle Terme (Museo Nazionale Romano), Roma | |
Nome orig. | Διόνυσος (Diόnysos) |
Lingua orig. | greco antico |
Caratteristiche immaginarie | |
Epiteto | Bromio, lysios, Zagreo |
Sesso | Maschio |
Affiliazione | dèi olimpici |
«Suolo di Tebe, a te giungo. Io sono Dioniso, generato da Zeus.»
Dioniso (AFI: /diˈɔnizo/, alla latina /dioˈnizo/[1]; in greco antico: Διόνυσος?, dialetto attico; in greco omerico: Διώνυσος; in greco eolico: Ζόννυσσος o Ζόννυσος; in lineare B) è una divinità della religione greca.
Originariamente fu un dio arcaico della vegetazione[Nota 1], legato alla linfa vitale che scorre nelle piante[Nota 2]. In seguito fu identificato come dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi; venne quindi a rappresentare l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, lo spirito divino di una realtà smisurata, l'elemento primigenio del cosmo, l'irruzione spirituale della ζωή greca, ossia l'esistenza intesa in senso assoluto, la frenetica corrente di vita che tutto pervade[2].
Dio "ibrido" dalla multiforme natura maschile e femminile, animalesca e divina, tragica e comica, Dioniso incarna, nel suo delirio mistico, la scintilla primordiale e istintuale presente in ogni essere vivente; che permane anche nell'uomo civilizzato come sua parte originaria e insopprimibile, e che può riemergere ed esplodere in maniera violenta se repressa e non elaborata correttamente.
Veniva identificato a Roma con il dio Bacco (simile a Dioniso), con il Fufluns venerato dagli Etruschi e con la divinità italica Liber Pater, ed era soprannominato λύσιος lýsios, "colui che scioglie" l'uomo dai vincoli dell'identità personale per ricongiungerlo all'originarietà universale. Nei misteri eleusini veniva identificato con Iacco.
Strettamente legato alle origini del teatro, Dioniso è forse il dio della mitologia greca di maggior fortuna nella cultura contemporanea, in particolare nel Novecento, dopo che il filosofo Friedrich Nietzsche, nella Nascita della tragedia, ha creato la categoria estetica del dionisiaco – emblema delle forze naturali, vitalistiche e irrazionali – contrapponendola a quella dell'apollineo[3].
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