Disturbo depressivo

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Disturbo depressivo
Dipinto di Vincent van Gogh, Sulla soglia dell'eternità
Specialitàpsichiatria
Eziologiagenetica e fattori ambientali
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM608520 e 608691
MeSHD003865
MedlinePlus003213
eMedicine286759
Sinonimi
Depressione clinica
Depressione maggiore
Depressione unipolare
Disturbo unipolare
Depressione ricorrente
Video in lingua inglese sul disturbo depressivo maggiore

Il disturbo depressivo maggiore, noto anche come depressione clinica, depressione maggiore, depressione endogena, depressione unipolare, disturbo unipolare o depressione ricorrente (nel caso di ripetuti episodi), è una patologia psichiatrica o disturbo dell'umore, caratterizzata da episodi di umore abbassato e prostrato, accompagnati principalmente da una ridotta autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli (anedonia). Questo gruppo di sintomi (sindrome) è stato identificato, descritto e classificato come uno dei disturbi dell'umore nell'edizione del 1980 del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali edito dall'American Psychiatric Association.

È una malattia invalidante che coinvolge spesso sia la sfera affettiva che cognitiva della persona, influendo negativamente in modo disadattivo sulla vita sociale, sullo studio, sulle abitudini alimentari, sul sonno e sulla salute fisica, con forte impatto dunque sullo stile di vita e la qualità della vita in generale. La diagnosi si basa sulle esperienze auto-riferite dal paziente, sul comportamento riportato da parenti o amici e su un esame dello stato mentale. Non esiste attualmente un test di laboratorio per la sua diagnosi. Il momento più comune di esordio è tra i 20 e i 30 anni, con un picco tra i 30 e i 40 anni.[1]

Tipicamente i pazienti sono trattati con farmaci antidepressivi e spesso, in maniera complementare, anche con la psicoterapia.[2] L'ospedalizzazione può essere necessaria quando vi è un auto-abbandono o quando esiste un significativo rischio di danno per sé o per gli altri. Il decorso della malattia è molto variabile: da un episodio unico della durata di alcune settimane fino a un disordine perdurante per tutta la vita con ricorrenti episodi di depressione maggiore.

La comprensione della natura e delle cause della depressione si è evoluta nel corso dei secoli, anche se è tuttora considerata incompleta. Le cause proposte includono fattori psicologici, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutivi e biologici. Un uso a lungo termine e l'abuso di alcuni farmaci e/o sostanze è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi. La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose. In Italia la depressione colpisce più di 2,8 milioni di persone secondo l'Istat, circa il 5,4% delle persone con più di 15 anni.[3]

  1. ^ (EN) Major Depressive Disorder, su health.am, American Medical Network, Inc.. URL consultato il 17 dicembre 2014 (archiviato il 23 dicembre 2014).
  2. ^ (EN) I. Kirsch et al., Initial severity and antidepressant benefits: a meta-analysis of data submitted to the Food and Drug Administration, in PLoS Med., vol. 5, n. 2, febbraio 2008, pp. e45, DOI:10.1371/journal.pmed.0050045, ISSN 1549-1277 (WC · ACNP), PMID 18303940.
  3. ^ La salute mentale nelle varie fasi della vita, su istat.it (archiviato il 9 luglio 2022).

Developed by StudentB